La scusa di Dani Alves con la moglie dopo aver ammesso di aver fatto sesso: è una carta disperata
Ieri era un giorno molto importante per Dani Alves: il tribunale provinciale di Barcellona, che si occupa del caso del presunto stupro di cui è imputato, ha tenuto un'udienza in cui l'accusa e la difesa hanno presentato le loro argomentazioni sul ricorso presentato dal 39enne brasiliano contro la decisione di tenerlo ancora in custodia cautelare. Alla fine la giornata si è conclusa senza arrivare ad un verdetto sull'eventuale scarcerazione, rinviando tutto all'inizio della prossima settimana.
Ovvero quando sarà trascorso un mese dall'arresto dell'ex giocatore di Barcellona, PSG e Juventus, che lo scorso 20 gennaio è stato incarcerato con la pesantissima accusa di aver violentato una ragazza di 23 anni nel bagno di una discoteca catalana, un reato per il quale rischia una condanna fino a 12 anni di prigione. La Procura ha chiesto che Dani Alves rimanga in custodia, affermando che presenta un rischio di fuga elevato ed enumerando le tante prove a suo carico (immagini delle telecamere, testimonianze dei presenti, contraddizioni nelle sue diverse versioni della vicenda contrapposte alla versione univoca e solida della presunta vittima).
Dal canto suo, la squadra difensiva del nazionale brasiliano – guidata dal ‘big del foro' Cristobal Martell, che ha difeso Messi nel caso di frode fiscale in cui era imputato – ha sostenuto che, poiché la vittima non ha subito lesioni vaginali, l'atto sarebbe stato consensuale. Perché alla fine Dani Alves ha dovuto ammettere che in quel bagno c'è stata penetrazione vaginale, non potendo fare diversamente dopo che anche il test del DNA e la posizione delle impronte digitali avevano confermato in maniera puntuale il racconto della giovane, nella cui zona genitale sono state ritrovate tracce dello sperma del calciatore.
È questa l'ultima versione, la quarta, data da Dani Alves sulla vicenda, costretto via via a cambiarla per adeguarla allo scenario che emergeva in maniera incontrovertibile dalle prove raccolte: è dunque passato dall'affermare di non conoscere assolutamente la donna, ad averla incrociata per caso nel bagno del locale, ad aver avuto una fellatio ed infine ad aver avuto un rapporto sessuale completo, a suo dire consensuale. Un'ammissione che – in attesa di vedere se lo salverà dalla condanna penale – ha probabilmente messo fine al suo matrimonio con la modella Joana Sanz: nella migliore delle ipotesi, la 29enne ha scoperto di avere al suo fianco se non uno stupratore un uomo che la tradisce in un bagno con la prima donna che incontra.
Tuttavia Dani Alves le ha assicurato di non ricordare nulla degli eventi accaduti la notte del 30 dicembre al Sutton Club. Da quando venerdì scorso è stato reso noto il risultato del test del DNA che ha confermato senza alcun dubbio il rapporto sessuale con la 23enne, il calciatore ha chiamato due volte Joana per chiederle perdono, dicendole che è distrutto e giurando che non ricorda nulla di quanto accaduto perché era molto ubriaco. È questa la scusa – svela il quotidiano spagnolo La Razón – che il brasiliano si è giocato con la sua compagna per cercare disperatamente di non perderla. Un'ultima carta che a quanto pare non avrebbe convinto la modella.
Che sia o meno decisa a lasciare Dani Alves, sua moglie peraltro manterrà l'accordo raggiunto con il team legale del giocatore: ovvero che fino allo svolgimento del processo e alla sentenza, mostrerà di sostenere almeno pubblicamente il marito. Fonti vicine alla coppia confermano che la relazione è finita, ma gli avvocati del brasiliano ritengono che una rottura pubblica potrebbe ulteriormente minare la credibilità del campione, già messa a dura prova da quanto raccolto nella robusta indagine sul suo conto.