La scelta folle post-Covid dell’Uefa: il calendario della Nations League mette a rischio i giocatori
L'emergenza Coronavirus ha obbligato tutte le federazioni a rivedere i propri calendari e a spostare (e in alcuni casi anche cancellare) quasi tutti gli eventi calcistici in Europa e nel mondo. Ha fatto la stessa cosa anche l'Uefa con le partite di Champions ed Europa League: spostate ad agosto inoltrato e raccolte in pochi giorni grazie all'introduzione di un format diverso dall'originale. Nonostante la compressione di tutti i calendari, non c'è stato però nessun rinvio per le gare di Nations League: una decisione azzardata che, alla luce dei fatti, ha messo e mette a rischio l'incolumità fisica dei giocatori.
Il caso emblematico di Nicolò Zaniolo, purtroppo segnalato anche dallo stesso Roberto Mancini prima di Olanda-Italia ("Farò turnover per evitare infortuni"), è infatti un campanello d'allarme per tutti i club (che devono fare i conti con giocatori poco allenati e sottoposti a stress fisico) e un clamoroso boomerang per il presidente Uefa, Aleksander Ceferin, e per tutti coloro che hanno deciso di non riprogrammare il calendario delle partite.
L'azzardo dell'Uefa
Di fronte alla grave pandemia che ha colpito tutti i paesi nel marzo scorso, l'Uefa aveva infatti scelto di non posticipare l'inizio della seconda edizione della Nations League dopo una riunione generale in videoconferenza, alla quale avevano partecipato i rappresentanti delle 55 federazioni affiliate, i dirigenti dell'Associazione dei club europei e delle Leghe europee e i rappresentante della FIFPro: la federazione internazionale dei calciatori professionisti. Il grave infortunio di Zaniolo, ha dunque confermato i dubbi di chi ha sempre pensato che fosse un rischio giocare ad inizio settembre, con i calciatori appena rientrati dalle vacanze e ancora alle prese con la preparazione estiva. Un azzardo che ha pagato di tasca propria la Roma, che ora dovrà fare a meno del suo giocatore per almeno sei mesi.