La scelta dei rigoristi di Italia-Francia 2006, momenti di panico e un colpo di genio: “Tira tu”
9 luglio 2006. L'Italia vince i Mondiali per la quarta volta, la prima dopo 24 anni. A Berlino la gioia esplode dopo che Fabio Grosso spiazza Barthez e realizza il calcio di rigore che mette ko la Francia. Momenti indimenticabili per tutti gli italiani che ricordano con gioia quegli attimi e quel trionfo, e pure l'angoscia e la tensione dei calci di rigore. Per l'Italia era la seconda finale Mondiale a decidersi così, per la Francia la prima, francesi che erano rimasti senza Zidane espulso. Per Marcello Lippi era la terza finale importante decisa ai rigori e per lui era più difficile rispetto a tutti. Perché il c.t. doveva scegliere i rigoristi, non doveva sbagliare e doveva capire quali erano i calciatori su cui puntare, ma il viareggino era tranquillo e convinto che gli Azzurri avrebbero vinto: "La sensazione che avevo io era di tranquillità, io ero convinto che avremmo vinto. Noi stavamo troppo bene con la testa, ma anche fisicamente. Dopo 50 giorni di ritiro, avevamo giocato 6 partite. Avremmo vinto noi". Ma i momenti di difficoltà non sono mancati. Il panico è stato enorme, ma alla fine con un colpo di genio Lippi ha risolto tutto e l'Italia ha fatto poker ai Mondiali.
Del Piero voleva calciare l'ultimo rigore
Chiacchierando via social con Fabio Cannavaro, il capitano che alzò la Coppa del Mondo in quella magica sera del 2006, Marcello Lippi durante il lockdown parlò di quei 2 – 3 minuti in cui si trovò a scegliere i rigoristi della finale Italia – Francia. Una situazione che l'allenatore italiano aveva preventivato, ma in quel momento il fattore mentale faceva la differenza e alcuni calciatori bisognava convincerli alcuni calciatori e soprattutto andava scelto l'ordine dei tiratori. Del Piero andò da Lippi e gli chiese di tirare per ultimo, ma il tecnico disse di no:
Mi scrivevo tutto, mi scrivevo le formazioni, mi scrivevo quello che dovevo dirmi. E mi scrivevo anche i 5-6-7 possibili rigoristi. Alcuni di questi non ci sono più dopo le sostituzioni. Del Piero arrivò e mi disse ‘Mister io batto l'ultimo rigore come alla finale di Champions'. Io gli ho riposto ‘ma se neanche l'hai battuto.
Il principio di Lippi sulla scelta dei rigoristi
Del Piero, che il rigore in Ajax-Juventus del 1996 non lo tirò perché la contesa di chiuse dopo il quarto tiro (di Jugovic), venne scelto come quarto rigorista. Lippi spiegò anche di essere uno di quelli favorevole a che tirino i migliori subito, a differenza di quelli che preferiscono tenersi i più bravi alla fine. Così nacque l'elenco degli azzurri:
Io sono sempre stato convinto che i più bravi devono tirare per primi. Perché prima fai gol e meglio è. Quindi Pirlo, Materazzi che è un ottimo rigorista ed è freddo. Poi De Rossi e Del Piero.
Chi tira il quinto rigore
In quei minuti concitati andava scelto il quinto rigorista. Non era semplice. Considerato che c'erano giocatori non abituati a tirarli, Totti era stato sostituito e in campo c'erano giocatori che dagli undici metri non ci erano andati quasi mai – come Zambrotta o Cannavaro – mentre Gattuso era andato dritto in panchina e si era auto-escluso. Rimaneva in lizza Iaquinta, attaccante dell'Udinese all'epoca che di rigori ne ha tirati tanti in carriera. Ma alla fine la scelta venne fatta da Lippi che andò da Grosso e lo elesse a uomo del destino. Un'idea geniale di un allenatore bravissimo che spesso è stato capace di trovare la soluzione giusta e non sempre era quella più scontata.
Mi serviva il quinto. Gattuso se n’era già andato in panchina perché lui mi disse ‘uno deve uscire, ed esco io perché Zidane non c’è più..’'. Guardai Grosso e gli dissi di battere il rigore. ‘Io?’ mi rispose Fabio. Sì tu, perché sei l’uomo degli ultimi minuti: hai conquistato il rigore contro l’Australia all’ultimo, hai segnato il gol contro la Germania all’ultimo, quindi tu devi battere l’ultimo. E lui lo tirò.