La risposta di Ronaldo alle provocazioni di un arbitro: “Sono il migliore anche a ping pong”
Tra mille telecamere, replay e approfondimenti, ormai è difficile che qualcosa che accade sul terreno di gioco non sia di dominio pubblico. Se ti chiami Cristiano Ronaldo a maggior ragione. Eppure spesso vengono rivelati dai protagonisti aneddoti tanto sorprendenti quanto divertenti. L'ex arbitro professionista spagnolo Eduardo Iturralde González è in pensione ma ha raccontato un episodio che lo ha visto coinvolto insieme alla stella portoghese del Manchester United. I fatti risalgono al periodo in cui Cristiano Ronaldo vestiva la maglia del Real Madrid e stava giocando una partita di Liga.
Intervenendo sulle frequenze della radio spagnola Cadena Ser, l'ex fischietto ha rivelato di aver provocato il cinque volte pallone d'oro parlando di ping pong: "Prima della partita Real-Betis avevo letto che Cristiano era molto bravo a giocare a ping pong, così sono andato da lui all'intervallo senza che se lo aspettasse e gli ho detto che in quel caso aveva detto una sciocchezza". Sorpreso dall'iniziativa dell'arbitro, Cristiano Ronaldo pensò di aver detto qualche parola di troppo e si giustificò umilmente. Iturralde spiegò poi il motivo: "Gli ho detto che mi sarei divertito con lui a giocare a ping pong". La risposta del portoghese, ovviamente, non si è fatta attendere: "Mi ha guardato da capo a piedi e ha detto ‘Sono il numero 1 in campo come a ping pong'".
Il simpatico siparietto non è finito in quella circostanza. Quando l'arbitro e Cristiano si sono ritrovati in campo è stato lo stesso ex giocatore della Juventus a ricordarsi di Iturralde durante il riscaldamento e a richiamare la sua attenzione facendo il gesto della volée tipico di chi gioca a ping-pong. Non è l'unico episodio curioso che ha coinvolto l'ex arbitro, che si è anche vantato di avere un rapporto di stima con l'altra stella della Liga spagnola Messi: "Una volta, dopo una di quelle giocate in cui dribbla tutti e finisce per segnare un gran gol, Messi ritorna a centrocampo come se nulla fosse. A quel punto lo guardo e dico: ‘Ehi, non ti vantare così tanto, anche io ne ho fatti parecchi di gol eh'. E lui mi fissava come se stesse parlando con un matto".