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La risposta di Leao e Kvaratskhelia alle stucchevoli polemiche: a fine partita si cercano subito

Al triplice fischio il portoghese e il georgiano si sono cercati, dati una stretta di mano e un abbraccio, fatti i complimenti reciproci e scambiato la maglia. Sono un grande fan di Kvara, mi piace per quello che fa in campo”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il portoghese mostra in diretta a DAZN la divisa scambiata con il georgiano.
Il portoghese mostra in diretta a DAZN la divisa scambiata con il georgiano.

Quante volte il 17 sta nel 77? Non c'è stato confronto ieri sera tra Rafael Leão del Milan e Khvicha Kvaratskhelia del Napoli. Il portoghese s'è abbattuto come un ciclone, ha avuto un effetto devastante dando sul prato la migliore risposta possibile a chi gli contestava impegno al di sotto delle qualità e mormorava sul suo rinnovo del contratto.

Il georgiano è stato attore non protagonista di una serata tremenda per se stesso, per la squadra (l'assenza di Victor Osimhen non spiega tutto), per lo stadio nel quale a farla da padrone sono stati i rossoneri anche dal punto di vista del tifo. Mentre lassù, in curva, si prendevano a botte e contestavano Aurelio De Laurentiis, i cori dei sostenitori ospiti echeggiavano all'interno del Maradona.

Alla luce di quanto s'è visto, la risposta al quesito iniziale diventa semplice semplice: non ci sta, semplicemente perché la prestazione del milanista è stata straripante e non c'è calcolo matematico che regga, nemmeno il più cervellotico. L'uno s'è acceso e ha fatto la differenza affondando le falcate nella difesa molle molle degli azzurri, l'altro sembrava camminare e correre sulle uova (come il resto dei compagni). L'uno aveva rabbia e abbastanza ‘garra' in corpo da permettersi anche un'esultanza da scugnizzo (che ha fatto perdere le staffe a Luciano Spalletti fino a dirsele di santa ragione con Paolo Maldini), l'altro è stato l'ombra di se stesso.

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A fine match, però, Leão e Kvara sono stati protagonisti di un gesto molto bello che mette la sordina alle schermaglie di campo, alle stucchevoli polemiche che hanno aggiunto un po' di pepe alla serata dell'orgoglio dei campioni d'Italia contro l'amnesia collettiva della capolista avanti di 20 punti e con le mani (quasi) sullo scudetto. Al triplice fischio entrambi si sono cercati, dati una stretta di mano e un abbraccio, fatti i complimenti reciproci e scambiato la maglia. Nell'intervista a DAZN è stato lo stesso milanista a sottolineare quel bel momento di calcio che fa da contrappeso al battibecco tra tecnico e dirigente nella pancia dello stadio.

"Sono un grande fan di Kvara, mi piace per quello che fa in campo – le parole di Leão -. Penso che sia molto simile a me per il modo di stare in campo. Anche a lui piace puntare l’avversario e fare giocate spettacolari. Sta facendo una grande stagione e sono contento che mi abbia dato la sua maglia". 

Chapeau, applauso meritato in un terzo tempo di grande fairplay che il calciatore ribadisce anche nel commento sulla partita in generale, la prima di altre due che valgono la qualificazione in semifinale di Champions. "Il Napoli è un grande avversario e siamo contenti per questo grande successo, ma la Coppa è un'altra cosa". Cosa c'era dietro quella esultanza? "Voglio solo rispondere in campo e ascoltare il mio allenatore. Troppe voci esterne ci hanno caricato". Lui come Olivier Giroud e gli altri compagni che dopo ogni gol mostrano lo scudetto per ricordare al Napoli e alla Serie A che il Milan campione d'Italia merita rispetto.

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