La riscossa di Tammy Abraham, si è preso la Roma a suon di gol: “Voglio segnare sempre di più”
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Dieci gol nelle ultime 11 partite tra campionato e coppe, quindici in ventinove partite con la Roma. La risposta di Tammy Abraham a chi lo considerava un ‘caso'. L'attaccante inglese ha ritrovato quella continuità sotto porta che avevano portato il club giallorosso a sceglierlo dopo l'addio di Dzeko e le critiche sono sparite. Il 24enne centravanti ex Chelsea sta offrendo delle buone prestazioni sia come singolo che nell'impianto di gioco di José Mourinho e non ha nessuna intenzione di fermarsi.
Contro il Lecce, in Coppa Italia, ha segnato la rete del vantaggio per la Magica e ha aperto la strada verso la qualificazione ai quarti di finale ma vuole migliorare ancora il suo score: “15 gol è un buon bottino, ma voglio segnare di più. Gioco in un’ottima squadra, ho tante occasioni. Voglio segnare e fare più assist per aiutare la squadra”.
Il suo bottino di reti, fino a questo momento, è migliore del suo predecessore, visto che Edin Dzeko alla sua prima stagione in giallorosso si era fermato a 10 marcature (15 in 49 match), e ha fatto meglio anche di gente che con la maglia della Roma ha fatto la storia: Roberto Pruzzo ha raggiunto le 15 reti in 46 gare, Marco Delvecchio in 55 e Rudi Voeller in 58. Solo Gabriel Batistuta, in 20 partite, e Vincenzo Montella, in 28, hanno raggiunto questa cifra in meno gare. Numeri che danno l'idea di come questo ragazzo abbia subito tante critiche ingiuste nei primi mesi nella Capitale.
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Si parla spesso delle difficoltà nell'ambientamento dei calciatori stranieri al nostro campionato e lo stesso calciatore inglese aveva sottolineato poco tempo fa come non si aspettasse tutte queste difficoltà nell'approccio con il calcio italiano: "Non mi aspettavo che potesse essere così difficile. I calciatori sono molto intelligenti e per il modo di giocare in Italia la difesa è molto importante".
Abraham, ai microfoni di Sky Sport, ha parlato dell'importanza di Mourinho nella sua crescita: "È stato decisivo il ruolo del mister. Mi ha chiesto se preferivo restare in Inghilterra con la pioggia o venire a Roma col sole. Per me è un grande onore lavorare con lui, è un piacere. È un vincente e anche io mi sento tale. Sono arrivato qui per vincere. Questo torneo (Coppa Italia, ndr) può essere l’occasione per vincere qualcosa".