La ricca offerta del Real a Mourinho per restare ‘disoccupato’ in attesa dell’addio a Zidane
Un promessa da 12 milioni di sterline (circa 15 milioni in euro) per non accettare altre offerte di lavoro. Chi è questo pazzo, ricco e facoltoso datore di lavoro? E chi è il ‘lavoratore' altrettanto folle da (non) dire sì subito a un'offerta del genere? I protagonisti del retroscena di mercato sono il Real Madrid e José Mourinho. A raccontarlo sono i tabloid – The Sun in particolare – e spiegano qual è stata la strategia dei blancos per opzionare l'assenso dello ‘special one' e, al tempo stesso, metterlo al riparo da altre tentazioni.
La tentazione Real con Zidane (quasi) messo alla porta
In buona sostanza, il club iberico aveva chiesto al tecnico portoghese di aspettare ancora un po' prima d'impegnarsi, prendere decisioni o semplicemente valutare proposte perché al Bernabeu stavano già preparando il suo ritorno. E Zidane? La certezza era che sarebbe andato via a fine stagione, chiudendo così una parentesi poco felice rispetto alle esperienze passate.
L'ipotesi Tottenham, i contatti con il club londinese
Come fai a non prendere in considerazione un'ipotesi del genere? José Mourinho ci aveva pensato, era sì stimolato dall'idea di riprendere la guida di uni dei club più forti (anche dal punto di vista economico) al mondo ma combattuto perché restare in Inghilterra era la convinzione preminente. Molto più di una sensazione alla luce di quanto stava accadendo al Tottenham. I risultati in campionato e il cammino in Champions hanno eroso poco alla volta la posizione del tecnico che nella scorsa stagione era riuscito nell'impresa di traghettare gli Spurs in finale di Coppa.
A fine ottobre la decisione nonostante la ricca offerta dalla Cina
Da Londra erano già partiti segnali verso il portoghese ecco perché, al netto dei tanti soldi che il Real avrebbe messo sul tavolo, Mou in cuor suo una scelta l'aveva già fatta anche rispetto ad altre proposte altrettanto allettanti: dal Borussia Dortmund in Germania fino ai ponti d'oro dalla Cina, col Guangzhou Evergrande che aveva ventilato un ingaggio da oltre 40 milioni a stagione. C'è una data precisa, il 21 ottobre: è stato allora che il portoghese ha virtualmente chiuso l'accordo con gli Spurs. Era solo questione di tempo ma aveva già deciso: sarebbe rimasto in Inghilterra e avrebbe detto sì al Tottenham.