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La rete di agenti con cui la Juve avrebbe prodotto fatture false per quasi 2 milioni

Secondo la Procura di Torino, la Juventus si sarebbe avvalsa di «operazioni inesistenti» per evadere l’Iva riconoscendo compensi fittizi ai procuratori.
A cura di Benedetto Giardina
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Plusvalenze e non solo. L'inchiesta sui conti della Juventus non va a toccare esclusivamente gli effetti della compravendita di giocatori sui bilanci bianconeri, cosa peraltro già affrontata dalla giustizia sportiva e conclusasi col proscioglimento del club e dei suoi dirigenti. In ballo c'è anche una fitta rete di rapporti con i procuratori, una stretta cerchia di agenti che non sono indagati, ma che hanno mediato in queste operazioni e in altre, relative a rinnovi di contratti in scadenza o cessioni in prestito di calciatori che il bianconero, al massimo, lo hanno indossato solo con l'Under 23 in Serie C. Per la Procura di Torino, dal 2018 al 2021, la Juventus si sarebbe avvalsa di fatture per un valore di quasi 2 milioni da considerarsi fittizie, con conseguente Iva detratta pari a 437.403 euro. Cifre non astronomiche, specie nel calcio attuale, che però proverrebbero da fatture riferite «in tutto e/o in parte ad operazioni inesistenti» su affari di calciomercato.

Le operazioni con Lippi jr, da Chiellini ai giovani

Più della metà dell’imponibile contestato dalla Procura riguarda operazioni tra la Juventus e la Reset Group srl, ovvero l'agenzia di Davide Lippi, figlio dell'ex tecnico bianconero Marcello. Nel triennio in questione, le fatture finite al centro delle indagini avrebbero portato a compensi pari a circa 1,2 milioni di euro, con conseguente detrazione dell'Iva per oltre 265 mila euro. Quattro di queste fatture sono di circa 127 mila euro ciascuna (una nel 2018, due nel 2019 e un’altra nel 2020), cifra sovrapponibile a quella messa a bilancio dal club per il compenso relativo all'agente di Chiellini, per l'appunto Lippi. Fino a prima del rinnovo siglato nel 2020, l'ultimo contratto del difensore con i bianconeri, il compenso previsto per il suo agente era di 254 mila euro, esattamente il doppio rispetto alla singola fattura in questione. Poi, dal 2020, gli oneri accessori per il rinnovo del capitano passano a 300 mila euro.

Davide Lippi accanto a Giorgio Chiellini
Davide Lippi accanto a Giorgio Chiellini

Non c'è solo Chiellini, però, nella scuderia di Lippi jr. Infatti sotto la lente d'ingrandimento della Procura sono finite altre fatture: nel 2020, una da 50 mila euro, una da 200 mila euro e un'altra da 150 mila euro, sarebbero tutte e tre considerate fittizie, mentre nel 2021 sono due fatture da 150 mila euro e 50 mila euro ad aver generato «elementi passivi fittizi» secondo i pm, più un'altra fattura da 200 mila euro il cui imponibile fittizio sarebbe pari alla metà, ovvero 100 mila euro. Nell'arco di tempo su cui si concentrano le indagini, la Juventus ha svolto operazioni con la Reset di Lippi per i trasferimenti dei giovani Sene (ceduto al Basilea con oneri accessori per 400 mila euro), Gerbi (ceduto alla Sampdoria, oneri accessori pari a 60 mila euro) e Rafia (ceduto allo Standard Liegi, oneri accessori per 50 mila euro).

Plusvalenze Juventus, le altre fatture sotto inchiesta

Alle spalle di Lippi, c'è una schiera di agenti a cui la Juventus, stando alle tesi della Procura di Torino, avrebbe riconosciuto compensi fittizi «al fine di evadere l'imposta sul valore aggiunto». Con quasi tutti loro, in questo periodo preso in esame, sono state effettuate operazioni relative a cessioni di cartellini di giocatori che in prima squadra, di fatto, non hanno mai messo piede. Nel 2019, le altre fatture finite sotto inchiesta sono quelle riconosciute alla Luca Ariatti Sports Management (due da 15 mila euro ciascuna), alla GG11 di Gabriele Giuffrida, a Giuseppe Galli (100 mila euro di cui 50 mila ritenuti fittizi) e ad Antonio Rebesco (20 mila euro l'imponibile contestato). Per quanto riguarda il 2020, l'indagine coinvolge le operazioni svolte con la Bestfoot Fm di Michele Fioravanti (una fattura da 30 mila euro, l'altra da 40 mila euro di cui 15 mila considerati fittizi), la Player Management Sas di Silvio Pagliari e l'agenzia di Giorgio Parretti. Nel 2021, invece, ritorna il nome di Giuffrida (due fatture in tutto, una da 225 e una da 250 mila euro), oltre a quello dell'onnipresente Lippi.

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Anche in questi casi, i bilanci e i documenti pubblicati dalla Figc aiutano a fornire un quadro sul tipo di operazioni svolte nel triennio in questione. Ad esclusione di Giuffrida, che ha seguito pure le operazioni per le cessioni di Sturaro e Spinazzola, gli altri hanno svolto la loro attività di mediazione in trattative già coinvolte nell'indagine sulle plusvalenze. Ariatti in quanto agente di Kameraj (ceduto al Lugano, plusvalenza da 559 mila euro), Galli per Zanimacchia (finito nel giro di scambi col Genoa), Rebesco per Marricchi (andato al Novara), Fioravanti per Brunori e Ranocchia, Pagliari per Vrioni e Petrelli e Parretti per Francofonte. Tutte cessioni con cui la Juventus ha prodotto plusvalenze, stavolta contestate dalla Procura di Torino dopo il nulla di fatto della giustizia sportiva. Il Tribunale federale nazionale, lo scorso aprile, ha disposto il proscioglimento di tutti i club deferiti, ritenendo «che non esista o sia concretamente irrealizzabile ‘il’ metodo di valutazione del valore del corrispettivo di cessione/acquisizione delle prestazioni sportive di un calciatore». Ma stavolta, in ballo, non ci sono solo le valutazioni dei cartellini.

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