La resa dei conti tra Benitez e l’Inter nel giorno del Mondiale per Club
Il 18 dicembre del 2010 l'Inter salì sul tetto del mondo, conquistando il Mondiale per club, a 45 anni di distanza dalla seconda Coppa Intercontinentale consecutiva. In panchina c'era Rafa Benitez che raccolse la difficilissima eredità di José Mourinho, capace di mettere in bacheca l'eccezionale e memorabile triplete. Pochi giorni dopo il trionfo iridato, il club nerazzurro decise di dare il benservito al manager spagnolo, a conferma di un feeling mai sbocciato del tutto, e dopo una serie di polemiche relative alla gestione di uno spogliatoio diventato una polveriera.
Benitez e un feeling mai sbocciato con l'Inter del dopo Mourinho
Dopo i fasti della memorabile gestione Mourinho, culminata nel trionfale triplete, l'Inter decise di ripartire da Rafa Benitez. La sensazione immediata e palese dopo il cambio di rotta fu che qualcosa fosse cambiata all'interno dello spogliatoio. Il manager ex Liverpool dovette fare i conti sin da subito con l'ombra dell'ingombrante predecessore, ma ci mise anche molto del suo non riuscendo a compattare un gruppo, pronto a dare il la ad un nuovo ciclo. Scarso feeling con alcuni senatori (in primis come Materazzi), scelte forti con l'esclusione di diversi giocatori chiave per lasciare spazio a giovani talentuosi ma forse ancora acerbi come Coutinho e Biabiany, e difficoltà tattiche di collocazione di perni come Sneijder. Una situazione che a poco a poco minò l'atmosfera interna al gruppo.
Perché Benitez non riuscì a lasciare il segno all'Inter
D'altro canto i risultati non premiarono troppo il tecnico, che non riuscì a trovare continuità con la sua Inter (vittoria in Supercoppa Italiana, e sconfitta in quella Europea, ko con Roma, nel derby col Milan, con il Chievo e con la Lazio), finendo a 10 punti dalla vetta dopo 15 giornate. Benitez non fu nemmeno fortunato, con tanti giocatori che dovettero fare i conti anche con diversi infortuni, figli in alcuni casi anche delle fatiche della stagione precedente. Atmosfera tutt'altro che compatta dunque fino al Mondiale per Club a cui l’Inter arrivò con due pesanti sconfitte di fila, contro la Lazio e il Werder Brema, incassando sei gol e segnandone uno. I nerazzurri nel mini-torneo iridato partirono con i favori del pronostico e non ebbero problemi a battere i coreani del Seongnam e poi i congolesi del Mazembe.
L'esultanza di Eto'o e l'esonero dopo la vittoria del Mondiale per Club
Nella finale del Mondiale per Club, poi arrivò la goccia che fece traboccare il vaso: Samuel Eto'o festeggiò per il gol in maniera molto particolare, esultando con due buste in mano fornitegli da Marco Materazzi, uno dei grandi "nemici" di Benitez. Il tutto, nonostante le smentite successive dei protagonisti, venne visto come un riferimento al celebre film "L'allenatore nel pallone", che raccontava le gesta di mister Oronzo Canà impersonato da Lino Banfi. Una situazione che gettò ulteriore benzina sul fuoco delle polemiche, con lo spagnolo che dopo la partita dichiarò: "Devo parlare con Branca e Moratti. Ho bisogno di supporto, se ci sarà andremo bene. Prima cosa mercato; poi, io in passato ho sentito tante critiche e io in maniera educata le ho evidenziate; se l’Inter mi vuole come allenatore, mi deve consentire di controllare tutto quello che succede all’interno della squadra. Il supporto dev’essere dall’inizio alla fine, al 100%. Se no non si vince".
E poi l'ex Liverpool rincarò la dose puntando il dito anche sulle presunte promesse non rispettate alla dirigenza: "Mi sono addossato tutte le colpe e tutte le responsabilità, ma il club mi aveva promesso ad agosto tre giocatori. Non è arrivato nessuno. Adesso ci sono tre possibili strade: o la società fa un progetto e compra quattro giocatori subito a gennaio o andiamo avanti così con l’allenatore come unico colpevole oppure il presidente parla con il mio procuratore e troviamo un’altra soluzione. L’anno scorso Moratti ha speso 80 milioni per cinque giocatori, tutti titolari, quest’anno con un allenatore nuovo ha speso zero. Non so perché, si era progettato un mercato e poi non è stato fatto, per il fair play finanziario o per qualcos’altro. Dopo l’estate ero deluso al 100 per cento dal mercato".
Le parole di Moratti sull'esonero di Rafa Benitez
5 giorni dopo però ecco l'esonero, con il presidente Moratti che decise di puntare su Leonardo, con buona pace del Mondiale per Club riconquistato dopo quasi 50 anni. A distanza di anni, l'ormai ex presidente dell'Inter Moratti tornò così sulla gestione di Benitez: "Benitez è un ottimo professionista ma c'era troppa differenza dal punto di vista comunicativo e da quello dei rapporti. Abbiamo sbagliato a sceglierlo come allenatore. Nell'ambiente era venuto a mancare l'entusiasmo, cosa fondamentale perché è la cose che spesso fa vincere. Fu per questa ragione che iniziai a seguire con attenzione Leonardo, uno dei migliori tecnici che ho avuto. Persona intelligente e soprattutto bravo sia come allenatore sia come dirigente". Anche Benitez ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, volle dire la sua su quell'esperienza, che ebbe modo di metabolizzare meglio anche dopo la nuova esperienza italiana al Napoli: "Moratti resta un signore, innamorato della sua Inter anche se forse un po’ troppo emotivo. Per i suoi giocatori dava tutto, poi bastava un risultato storto e s’innervosiva. Arrivammo a Brema già promossi in Champions e decisi di schierare i giovani per risparmiare i titolari in vista del Mondiale per club. Lo avvisai e fu d’accordo. Ma perdemmo e si lamentò con la stampa".
La stoccata di Materazzi a Mourinho
Poco diplomatico Materazzi che confermò i dissidi con Benitez, rivelando anche un retroscena a conferma del fatto che il rapporto fosse iniziato già con il piede sbagliato: "Benitez? Lui aveva paura pure della sua ombra, era geloso del ricordo di Mourinho – dichiarò a Repubblica – Avevo un armadietto con attaccate le foto dei miei successi passati e Benitez me le fece togliere, tanto per spiegare il tipo. Infatti l’avevo detto a José, quella sera dopo la finale di Madrid in cui ci salutammo piangendo. Gli dissi, sei uno stronzo. Te ne vai e ci lasci con Benitez. non te lo perdonerò mai. Poi l’ho perdonato però”.