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La resa dei conti in Lega: Agnelli non si collega, la Juve manda due sostituti a sorpresa

Come era prevedibile, la prima riunione della Lega di Serie A dopo il fallimento della Superlega è stata una prima resa dei conti: sul banco degli imputati Marotta e Scaroni, in rappresentanza di Inter e Milan, mentre Andrea Agnelli non si è collegato. Sapeva che il presidente Dal Pino si sarebbe tolto parecchi sassolini dalla scarpa: “Adesso abbiamo capito tutto”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Doveva essere una prima resa dei conti tra i 20 club di Serie A dopo il fallimento della Superlega, con i tre ‘ribelli' di casa nostra a dover subire la gogna per aver tramato e cospirato alle spalle del resto della famiglia. E così è stato, sia pure senza provvedimenti verso alcun club o dirigente, ma col discorso iniziale del presidente Dal Pino che si è tolto più di un sassolino dalla scarpa, dopo che qualche settimana fa aveva dovuto incassare la sfiducia di 7 club – guidati da Juventus e Inter – che lo aveva accusato di mala gestione sulla vicenda fondi. Quei fondi che solo ora si è scoperto erano incompatibili, con tanto di clausola che inseriva penali, col progetto Superlega.

Dal Pino ha ripercorso tutta la vicenda dell'ingresso dei fondi americani in una Media Company creata ad hoc dalla Lega, un'operazione da 1,7 miliardi per una partecipazione del 10%, soldi che sarebbero finiti nelle casse di tutte e 20 le società. Invece da gennaio in poi, dopo che nel novembre scorso c'era stato il via libera all'unanimità ai fondi, Agnelli e la Juventus si sono messi di traverso, guidando con l'Inter il fronte del no.

"Abbiamo tutti compreso il motivo per cui di giorno tessevano la tela e di notte la disfacevano. Ai club che al contrario mi sostengono dico che non mi dimetto e non mi lascerò intimidire", è stato l'attacco del presidente di Lega, mentre in video ascoltavano in silenzio Beppe Marotta per l'Inter e Paolo Scaroni per il Milan (quest'ultimo comunque in posizione meno difficile almeno sui fondi, visto che il club rossonero sulla questione non ha mai cambiato linea, continuando ad essere favorevole e non sottoscrivendo la lettera di sfiducia a Dal Pino).

Marotta e Scaroni erano regolarmente collegati in videoconferenza, pur sapendo che per loro sarebbe stata una giornata di passione, in cui incassare e portare a casa limitando eventuali danni. Chi era attesissimo ed ha invece dato buca, è stato Andrea Agnelli, al quale evidentemente erano stati sufficienti i "Giuda! Giuda!" urlatigli in faccia ad inizio settimana da Urbano Cairo. Il presidente della Juventus ha dunque preferito far collegare in rappresentanza del club bianconero l'avvocato Cesare Gabasio e il Chief Revenue Officer Giorgio Ricci, rimasti in silenzio nel corso dell'intera riunione.

Chi nel corso della riunione si aspettava le dimissioni di Marotta e Scaroni dai rispettivi ruoli di consigliere federale e consigliere di Lega è rimasto deluso. È stato il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero a buttarla lì: "Facciamo finta di niente o qualcuno doveva presentare le dimissioni?". Questione cui hanno risposto Aurelio De Laurentiis e Joe Barone, facendo presente che l'argomento non era all'ordine del giorno (e implicitamente prendendo le parti dei due dirigenti di Inter e Milan), visto che si votava l'approvazione del nuovo bando per il pacchetto 2 dei diritti TV della Serie A – ancora non assegnato – e i nuovi criteri di ripartizione degli introiti derivanti dai suddetti diritti, visto che la presenza del pubblico negli stadi nell'ultimo anno non era utilizzabile. Di questo, come di molte altre cose, se ne riparlerà. Non finisce qui, anzi siamo solo all'inizio.

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