video suggerito
video suggerito

La rabbia di Osvaldo: “Prandelli? Spero stia trascorrendo male la quarantena…”

Daniel Pablo Osvaldo è tornato a parlare di calcio, sul suo passato italiano soprattutto azzurro, ai tempi del Mondiale 2014 in Brasile quando il ct Prandelli non lo convocò a sorpresa: “Mi sentii morire, ho quasi pianto. Lo venni a sapere dai giornali, nemmeno mi chiamò. E dire che ero titolare, nelle qualificazioni avevo segnato 6-7 gol. Ma ero oriundo, non c’era posto per me…”
A cura di Alessio Pediglieri
18 CONDIVISIONI
Immagine

E' tornato a parlare di sè e non solo Daniel Pablo Osvaldo, l'oriundo tra i più discussi negli ultimi 15 anni del calcio italiano. Solito mix tra genio e sregolatezza, grandi foti in campo e maniacali colpi di testa fuori che ne hanno condizionato carriera e rendimento in più di una occasione. Durante questo periodo di isolamento forzato, anche l'italo-argentino si è dedicato al trend del momento con una serie di dichiarazioni volte al passato, tra aneddoti e considerazioni, non sempre edificanti.

Tra le tante avventure sportive, soprattutto in Italia, quella più intensa è legata alla Capitale, gli anni alla Roma dove ha toccato il suo vertice calcistico, ma anche conosciuto momenti di pura difficoltà. Tra tanti amici e colleghi importanti, come Totti e De Rossi, ma anche ‘nemici', primo tra tutti Prandelli, che gli negò la gioia della Nazionale azzurra.

"Mi sentivo morire, ho pianto"

Il sassolino più grande nello scarpino di Osvaldo è la mancata convocazione nel 2014 ai Mondiali in Brasile quando come commissario tecnico c'era Cesare Prandelli che, malgrado provenisse da una stagione più che positiva, decise di non convocare l'attaccante, escludendolo dal gruppo azzurro: "Quando lo venni a sapere, credetti di morire, ero convinto di poterci andare anche per quanto avevo fatto" confessa Osvaldo a ‘TNT Sports'. "Mi sono sono sentito perso, ho pianto".

Lo sfogo su Prandelli, ct traditore

Spero stia trascorrendo male la quarantena, mi ha fatto una vigliaccata: ho scoperto solo sui giornali di non essere convocato, non si è degnato nemmeno di farmi una telefonata. Io quel Mondiale me l'ero guadagnato, in Brasile avevo diritto di andarci, ma ero un oriundo e quindi non c'era posto per me

Su Prandelli, il veleno scorre veloce tra ricordi e considerazioni: "Quando mi chiamò ai tempi del Galatasaray per andare a giocare sotto di lui gli risposi che non ci avrei pensato nemmeno se mi avessero pagato 50 milioni. Avevo trascinato l'Italia nelle qualificazioni, avevo segnato 6-7 gol, ero titolare della '10' azzurra, poi il silenzio".

A Roma, quando rischiò la vita

Se la Nazionale targata Prandelli gli ha dato solo delusioni, non fu così per il suo periodo romano dove Osvaldo ebbe la fortuna di giocare con campioni veri come De Rossi e Totti, in un ambiente che però male sopportava le sue avventure extra calcistiche: "A Roma? Periodo intenso, una volta venni anche minacciato: in un bar di Roma mi stavano quasi uccidendo, poi chiesi a Totti e De Rossi di scortarmi e poter sistemare le cose, e così accadde"

18 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views