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La rabbia del Lecco escluso dalla Serie B: “Perugia indagato ma vince il ricorso, è surreale”

Cristian Paolo Di Nunno, presidente del Lecco e figlio del patron Paolo, ha raccontato a Fanpage.it in che modo il club lombardo sta vivendo questa situazione, tra campo e battaglie legali, dopo la storica promozione in Serie B e la sentenza del Collegio di Garanzia del CONI che ha rimesso tutto in discussione.
A cura di Vito Lamorte
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"Noi vinciamo sul campo, il Perugia retrocede ed è indagato per illecito sportivo nell’ultima partita ma vincono il ricorso. Una situazione surreale che complica tutto". Sono queste le parole di Cristian Paolo Di Nunno, presidente del Lecco, dopo che il Collegio di Garanzia del CONI, ultimo grado di giudizio in sede sportiva, ha accolto il ricorso del Perugia proprio contro i blucelesti, rei di non aver rispettato i termini perentori della richiesta di iscrizione al torneo cadetto.

Nonostante il via libera del Consiglio federale dello scorso 7 luglio e le relative commissioni che dovevano ratificare la scelta caduta sullo stadio di Padova, vista l'impossibilità al Rigamonti-Ceppi prima dell'adeguamento, il Collegio ha ritenuto che il Lecco non avesse rispettato i requisiti infrastrutturali per disputare il prossimo campionato in B.

Una sentenza che ha portato il caos nel campionato di Serie B, la cui partenza adesso è a forte rischio: con molta probabilità non si partirà più il 19 di agosto come previsto da calendario visto che il 29 di agosto è fissata la data per il ricorso al Consiglio di Stato e tutto lascia pensare che si arriverà fino a quella data per le battaglie legali.

Il Lecco entro giovedì 20 luglio conoscerà le motivazioni della sentenza, ma la società lombarda ha già annunciato di "voler proseguire l’iter giudiziario presso il Tar del Lazio". Nelle ore successive a questa decisione il Perugia, il Brescia, la Reggina e il Foggia; già invischiate nella vicenda; si sono aggiunte per motivazioni diverse anche SPAL e Benevento.

Una situazione davvero complicata che sta creando un grande malumore tra tutti gli appassionati e che Cristian Paolo Di Nunno, presidente del Lecco e figlio del patron Paolo, ha commentato a Fanpage.it.

Il Collegio di Garanzia del CONI ha accolto il ricorso del Perugia a discapito del Lecco: ve l’aspettavate?
"Onestamente no perché andrebbero premiati i meriti sportivi: noi vinciamo sul campo, il Perugia retrocede ed è indagato per illecito sportivo nell’ultima partita ma vincono loro. Una situazione surreale che complica tutto".

Quali sono prossimi passi del Lecco?
"Il 24 si riunisce il Consiglio e poi ci sono i ricorsi al TAR del 2 agosto e quello al Consiglio di Stato del 29. A breve conosceremo anche le motivazioni della sentenza del CONI e valuteremo il tutto".

Questa situazione si è creata per la vicenda stadio: avevate davvero l’accordo con Galliani per lo stadio di Monza e poi si è tirato indietro?
"Mio padre si era sentito con Galliani prima della partita col Foggia e lui gli aveva risposto ‘Pensate a vincere e poi ne parliamo'. Abbiamo vinto ma non si è fatto trovare. Una volta che si sono sentiti gli ha detto di ‘no' fornendo delle scuse in merito al terreno di gioco e all’usura dell’impianto".

C’è stato qualche errore da parte vostra o siete sicuri che i prossimi due gradi di giudizio vi daranno ragione?
"Noi abbiamo consegnato tutti i documenti in tempo e in realtà pure quello dello stadio, ma è arrivata la risposta della prefettura in ritardo di un giorno. Da parte nostra i documenti erano a posto, da quel ritardo è nato questo caos. Noi avevamo chiesto anche la proroga e non ci hanno mai risposto. La Lega poi ci ha dato ragione per il fatto che avevano posticipato i playoff di una settimana".

In tutto questo, la squadra come sta vivendo questa situazione? Come la state spiegando ai ragazzi?
"Abbiamo preso Boci dal Genoa e altri due ragazzi dall’Empoli prima della sentenza del Collegio. La squadra è in ritiro a St. Vincent e mio padre ha parlato alla squadra dicendo loro di stare tranquilli perché si risolverà tutto, ma non è facile".

E come state facendo sul mercato? Costruire una squadra senza avere la certezza del campionato che giocherete.
"È molto difficile e complicato perché un giocatore prima di andare in una squadra a rischio esclusione ci pensa su. Poi per una squadra neopromossa, che deve inserire dei nuovi profili nella rosa per competere in un’altra categoria, è ancora più complesso".

Suo padre ha parlato di ‘poteri forti’ che stanno agendo contro il Lecco: chi è che non vi vuole?
"Non lo so, bisognerebbe chiederlo a lui. Non saprei rispondere".

Cristian Paolo Di Nunno con il padre Paolo, patron del Lecco
Cristian Paolo Di Nunno con il padre Paolo, patron del Lecco

L’atteggiamento di altri club coinvolti in questa vicenda vi ha un po’ deluso?
"Vogliono approfittare della situazione per risalire subito ma non sarebbe affatto giusto. È solo una questione di opportunità".

La Serie A cerca disperatamente offerte per i diritti tv, in Serie B si stanno cancellando i verdetti del campo. Cos’è che non va oggi nel calcio italiano?
"Si parla troppo di politica e poco di sport. Ci sono troppe questioni politiche all’interno del calcio e il resto passa in secondo piano".

Il Lecco farà la Serie B il prossimo anno?
"Secondo me sì, sono sincero. Sarebbe davvero disastroso togliere una promozione ad una squadra che ha vinto sul campo e un trionfo che una città aspetta da cinquant’anni. Fare una cosa del genere sarebbe un danno anche per tutto il movimento“.

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