La promessa della rinascita: “Io conosco l’Insigne che sono e non è quello”. Sostituito dopo un’ora
Alla fine Lorenzo Insigne è rimasto al Toronto FC, e con lui anche gli altri due italiani nella rosa della squadra canadese, Federico Bernardeschi e Raoul Petretta. Per i primi due, nonostante le voci di mercato nella finestra invernale, è davvero molto difficile lasciare la Major League Soccer e tornare in Europa visto quanto guadagnano, con contratti che scadono per entrambi nel 2026. Posare qualche milione sul tavolo non fa mai piacere e trovare un club che possa pareggiare quelle cifre è impossibile. Dunque la prima giornata di regular season della MLS, giocatasi nello scorso weekend, ha visto i nostri calciatori regolarmente in campo dal 1′ per Toronto, ma i proclami di riscossa di Insigne – espressi orgogliosamente in un'intervista – non sono bastati per andare oltre lo 0-0 con Cincinnati e l'ex capitano del Napoli è stato sostituito dopo un'ora.
Alla vigilia del match, Insigne aveva promesso che in questa stagione si sarebbe visto un giocatore diverso da quello deludente che non era riuscito a far fare il salto di qualità al Toronto, che anzi dal suo arrivo è risultata essere una delle peggiori squadre della lega. "Col mister parliamo tanto, quasi tutti i giorni – aveva spiegato il 32enne campione d'Europa – Anche quando stavo in vacanza a Napoli ci siamo sentiti spesso. Mi fa piacere che il mister mi tiene sempre al corrente di tutto, anche quando acquistano un giocatore. Parliamo e per me questo è molto importante, perché hanno tanta fiducia in me".
Lorenzo si era impegnato a dare una svolta alle proprie prestazioni: "Io devo cercare di ricambiare al più presto questa fiducia che hanno il mister, la società, i miei compagni, i tifosi, la lega, tutti quelli che hanno investito su di me. Purtroppo l'anno scorso ho avuto tanti problemi fisici che nella mia carriera non ho mai avuto. Fa parte del nostro lavoro e ora sto lavorando per tornare al più presto al cento per cento per ricambiare tutta questa fiducia in campo".
"Mi piace giocare con la pressione addosso, perché ho giocato tutta la mia carriera così. Ma da quando sono arrivato qua la noto la differenza, perché c'è un po' più di relax e devi essere bravo a saperti creare le giuste motivazioni prima di scendere in campo – aveva aggiunto Insigne circa la differenza tra il mondo da cui veniva e quello dove è sbarcato – A volte qua non è facile, però ci sto lavorando e devo riuscirci, perché io conosco l'Insigne che sono e non è quello che si è visto da un anno e mezzo a questa parte. Prometto che dalla prossima stagione cercherò di dare più di quello che posso dare".
La prima è andata così così, visto che l'attaccante azzurro è stato richiamato in panchina al 62′ dal tecnico John Herdman, che da qualche mese ha lasciato il ruolo di Ct della nazionale canadese per provare a risollevare le sorti del Toronto. Insigne ha sfiorato il gol con una punizione dopo pochi minuti, ma il portiere di Cincinnati Celentano è stato pronto a respingere la sua conclusione. A inizio secondo tempo è arrivata la sostituzione, pur senza che avesse problemi fisici, probabilmente nell'ambito di una gestione per prevenire infortuni in questo avvi di stagione.
Bernardeschi e Petretta invece hanno giocato l'intero match, ma il loro apporto non è stato sufficiente per tornare dall'Ohio con i tre punti. Il pareggio peraltro non è malaccio per Toronto, visto che la squadra canadese aveva chiuso lo scorso campionato addirittura con sette sconfitte di fila (20 gol subiti nel periodo, a fronte di soli 3 realizzati). Almeno stavolta hanno tenuto la porta inviolata contro la miglior squadra della regular season della scorsa stagione. "Segnali di vita", hanno scritto i media locali.