La profezia di Jorginho sul rigore di Saka: “Sapevo che Donnarumma l’avrebbe parato”
Due rigori nella stessa partita. L'uno dietro l'altro. Senza commettere errori. Jorginho ha spezzato l'incantesimo dal dischetto nella partita di Champions League tra il Chelsea e il Malmö. Ha cambiato il modo di calciarli, ha dovuto farlo. I portieri non abboccano più al trucchetto del doppio passo a mo' di finta: Pickford (Inghilterra) e Sommer (Svizzera) i portieri che sono riusciti a neutralizzare lo stratagemma del centrocampista della Nazionale. Qualche appunto sulla borraccia, abbastanza sangue freddo per restar fermi e poi lo scatto nella direzione della palla che solitamente l'avversario sceglie.
L'italo-brasiliano riavvolge il nastro e ripensa a un momento in particolare. L'ambito è la finale degli Europei contro l'Inghilterra. Il momento che gli è rimasto impresso nella mente è la lunga lotteria dei calci di rigore. Non solo perché è così che gli Azzurri hanno conquistato il trofeo ma per uno sbaglio che proprio non gli dà pace e rimise in gioco la nazionale dei Tre Leoni. Le avrebbe potuto infliggere il colpo di grazia, la tenne in vita per la sicumera che lo spinse ad adottare lo stessa battuta, lo stesso movimento con il quale aveva steso la Spagna. Gli andò male. E ancora oggi sta male per quell'episodio.
Fa male – ha ammesso nell'intervista al Telegraph -. Fa male anche adesso nonostante la vittoria del trofeo. In quel momento ho pensato: cazzo, ho deluso i miei compagni di squadra che si fidavano di me. Non potevo crederci… e chi sostiene che non importa perché abbiamo vinto dice una bugia.
Dal dramma alla gioia, questione di attimi. Quegli attimi, al momento del penalty di Saka, sembrarono a Jorginho un'eternità, il rigore più lungo del mondo. A capo chino, disperato, stava raggiungendo i compagni di squadra quando ha avuto un'ispirazione. Ha visto il calciatore dell'Arsenal sul dischetto e ha capito tutto.
Tornavo indietro e mi sembrava un lungo cammino – ha aggiunto Jorginho -. Ho alzato lo sguardo e ho visto che dinanzi a Donnarumma c'era Saka. È stato in quel momento che mi sono detto: è fatta. Ero sicuro che Gigio avrebbe parato il tiro.