La Procura Figc riapre il processo plusvalenze sulla Juve e non solo: le 9 squadre coinvolte
La possibilità è diventata realtà. La Procura della Federcalcio ha notificato oggi alle parti interessate la richiesta della revocazione della sentenza della Corte d'Appello della FIGC sul caso plusvalenze. In quell'occasione per la giustizia sportiva erano stati assolti la Juventus e altri 10 club. Alla luce degli ultimi sviluppi sono stati rinvenuti documenti tali tra le carte della Procura di Torino (secondo l'accusa la Juve avrebbe sovrastimato le plusvalenze per un totale di 155 milioni di euro tra il 2018 e il 2021) da far riaprire il caso come anticipato dall'Ansa per 9 società, tra cui i bianconeri. Una procedura possibile grazie all'articolo 63 del codice di giustizia sportiva.
Nello scorso aprile il Tribunale Federale Nazionale aveva deciso di non sanzionare Juventus, Napoli e le altre 9 società coinvolte oltre ai 59 dirigenti nel fascicolo. Le tesi della Procura federale erano state rigettate, perché in sintesi era stato impossibile stabilire quali fossero i parametri economici congrui per un calciatore da contrapporre a quelli alterati, così come i confini legali entro cui i club si muovono per mettere sul mercato un tesserato, e di chi si propone per acquistarlo.
Ecco allora che i riflettori sui presunti escamotage dei club per gonfiare il valore dei calciatori, generando così plusvalenze fittizie erano stati spenti. Crollato quindi il castello accusatorio con buona pace delle richieste della Procura, ovvero un anno di inibizione per il presidente della Juventus Agnelli, e per il numero uno del Napoli, Aurelio De Laurentiis, 11 mesi e 5 giorni oltre a una serie di provvedimenti per gli altri dirigenti.
Ora però ecco gli elementi dell'inchiesta Prisma che hanno portato alla riapertura del caso, anche sulla base degli sviluppi dell'inchiesta degli ultimi mesi che hanno portato anche alle dimissioni della dirigenza della Juventus. La riapertura dell'indagine oltre alla società del capoluogo piemontese, riguarda altri nove club, ovvero Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara. Dunque degli 11 assolti della scorsa primavera il Napoli non è stato nuovamente tirato in ballo, visto che l'operazione su cui si basava l'accusa ovvero quella legata ad Osimhen, non coinvolge i bianconeri.
Cosa succede ora? La Corte d'Appello federale avrà a disposizione 30 giorni per convocare l'udienza, in cui la Procura Figc chiederà sanzioni nei confronti dei 10 club coinvolti. Altro giro, altra corsa. Nel frattempo la Juventus con una nota ufficiale, ha formalizzato l'arrivo dell'"impugnazione per revocazione parziale":
"Juventus Football Club S.p.A. (“Juventus” o la “Società”) comunica di aver ricevuto questa sera, unitamente ad altre 8 società di calcio italiane e relativi soggetti apicali all’epoca dei fatti, dalla Procura Federale presso la F.I.G.C. una “impugnazione per revocazione parziale, ex art. 63, del C.G.S., della decisione della Corte Federale di Appello, Sezioni Unite, n. 0089/CFA-2021-2022 del 27 maggio 2022, divenuta definitiva”.
Con la decisione impugnata la Corte Federale di Appello aveva rigettato il reclamo proposto dalla Procura Federale avverso la decisione del Tribunale Federale Nazionale che, a sua volta, aveva prosciolto Juventus e gli altri soggetti deferiti per insussistenza di qualsiasi illecito disciplinare in ordine alla valutazione degli effetti di taluni trasferimenti dei diritti alle prestazioni di calciatori sui bilanci e alla contabilizzazione di plusvalenze.
La Società potrà articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte Federale di Appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta"