Premier League: “In campo solo quando sarà sicuro, tagli del 30% agli stipendi dei calciatori”
Anche in Inghilterra si naviga a vista. La Premier League è ferma, date e calendari non sono ancora possibili e la Federcalcio attende delucidazioni da parte di Uefa e Fifa. Una situazione compromessa dal coronavirus e dalla pandemia che ha messo in ginocchio la Gran Bretagna, come il resto d'Europa in attesa di capire cosa accadrà. Il calcio è fermo e si interroga su come poter limitare i danni e così si è tornati a parlare anche di stipendi nell'ultima riunione incentrata sui possibili scenari futuri.
Anche per il calcio inglese vigono degli imperativi assoluti. Prima di tutto qualsiasi ritorno al gioco avverrà solo con il pieno sostegno del governo e quando l'orientamento medico lo consentirà. I club della Premier League hanno poi concordato all'unanimità di consultare i loro giocatori in merito a una combinazione di riduzioni dei salari pari a 30 percentuale della retribuzione annua totale. Linee guida che potrebbero venire applicate già nelle prossime settimane, d'ufficio. Infine, c'è quasi la consapevolezza che ogni attività farà ritorno non prima della fine di maggio.
Fare fronte ai danni economici e salvaguardare la salute
Sono state inoltre avviate discussioni in merito alle agevolazioni finanziarie per i club a breve termine e, sebbene non vi sia un'unica soluzione, devono essere messe in atto misure per far fronte immediatamente all'impatto del calo del flusso di cassa. Durante la riunione è stato ribadito che la priorità principale è quella di aiutare la salute e il benessere della nazione e della comunità, inclusi giocatori, allenatori, dirigenti, personale del club e sostenitori.
Ripresa solo dietro garanzie sanitarie e non prima di maggio
Sulla ripartenza della stagione è stato riconosciuto che la Premier League non riprenderà all'inizio di maggio e che la stagione 2019/20 tornerà solo quando sarà sicuro e appropriato farlo. La data di riavvio è costantemente sottoposta a revisione da parte di tutte le parti interessate, in quanto si sta studiando di giorno in giorno l'impatto della pandemia di COVID-19, in stretto contatto con il governo, gli enti pubblici e altre parti interessate per garantire che il calcio possa trovare una soluzione unanime.