La Polonia è la nazionale degli italiani ai Mondiali in Qatar (e merita il nostro tifo)
Dal 20 novembre al 18 dicembre molti italiani sono alla ricerca di un diversivo. In Qatar ci sono i Mondiali di calcio e noi non ci siamo per la seconda volta consecutiva, nonostante abbiamo vinto gli Europei solo un anno fa. Le grandi alternative sono darsi agli sport minori, magari ad alcuni così sconosciuti che non riusciranno a farci addolorare per un’eliminazione della Nazionale di calcio dal Mondiale, negarsi completamente a ogni sport, scegliendo tra enogastronomia, modellismo, collezione di francobolli e, perché no, cinefilia acuta e improvvisa, oppure scegliere una squadra tra le 32 che parteciperanno a Qatar 2022.
Si può decidere di tifare per una delle grandi, sperando che vinca il primo Mondiale mediorientale proprio la squadra che abbiamo scelto come nostra per questo mese, pescare un’outsider, così da far rimanere le grandi di stucco e non piangere troppo per chi accumula trofei mentre noi stiamo sul divano, scegliere una squadra africana, nella speranza che superi la maledizione dei quarti di finale oppure propendere per una squadra asiatica, magari scoprendo qualche calciatore nuovo che diventerà il nostro nuovo idolo. Per chi però vuole continuare in qualche modo a tifare almeno in piccola parte per la Nazionale azzurra c’è solo una cosa da fare, tifare per la Polonia.
Non dovremmo innamorarci per una mese della Polonia per l’allenatore, Czesław Michniewicz, il quale anzi ha scalzato dalla panchina Paulo Sousa che tutti noi ricordiamo con le maglie di Juve, Inter e Parma. Non dobbiamo tifare i biancorossi perché ha uno dei migliori centravanti in circolazione, Robert Lewandowski, nonostante continui a dimostrare la sua grandezza anche con la maglia del Barcellona. Non dobbiamo tifarla nemmeno perché fu proprio una vittoria a Chorzow nell’ottobre del 2018 a cambiare il volto della squadra di Mancini, poi indirizzata verso il trionfo europeo.
Dobbiamo tifare Polonia semplicemente perché in mezzo al campo quando giocano i polacchi è probabile che si parli molto più l’italiano che il polacco stesso. E questo può accadere non per far andare in confusione gli avversari ma perché i potenziali convocati del ct che giocano nel nostro campionato sono ben quattordici (tra un po’ si rischia che in Italia non ci siano quattordici convocabili per la maglia azzurra). Gli “italiani” polacchi sono in tutti i reparti e sono decisivi per le sorti delle “Białe Orły”, letteralmente Le Aquile Bianche.
In porta giocherà di sicuro Wojciech Szczesny che ha una maturità e una costanza di rendimento sempre altissima anche nella Juve un po’ ondivaga di questi tempi. Ma perché limitarsi al solo titolare quando è possibile costruire una batteria di portieri anche con Bartlomiej Dragowski della Spezia (poi costretto al forfeit per un brutto infortunio) e Łukasz Skorupski del Bologna. Sono portieri affidabili, sempre pronti all’uso e possono andare con Szczesny a mangiare spaghetti senza dare nell’occhio. Purtroppo lo scontro con Lasagna e il terribile infortunio subito da Dragowski gli ha negato la possibilità di essere presente, ma non mancherà il suo apporto anche da casa.
In difesa possono essere schierati Bartosz Bereszynski, non al massimo della forma nella Sampdoria attuale ma un calciatore su cui puoi sempre contare, Paweł Dawidowicz, su cui il nuovo allenatore del Verona, Bocchetti, punta, Jakub Kiwior e Arkadiusz Reca dello Spezia, squadra in cui il polacco va di moda e infine i due pezzi forti: Kamil Glik, da alcuni un po’ dimenticato ma non dai tifosi del Benevento di cui è l’idolo assoluto e Nicola Zalewski che addirittura è nato a Tivoli. A centrocampo c’è minore abbondanza, ma “possiamo schierare” Karol Linetty del Torino, Szymon Żurkowski della Fiorentina e uno dei migliori calciatori di questa prima parte del campionato di serie A, Piotr Zieliński.
In attacco con o in alternativa (nei rari momenti in cui sarà messo fuori per stanchezza eccessiva) a Lewandowski, due centravanti che stanno facendo bene: Arkadiusz Milik, che alla Juve sta cercando di prendersi il carico e gli oneri anche di Vlahovic e Krzysztof Piatek, che a Salerno già tutti imitano con le sue pistolettate dopo i gol. La squadra c’è, non sarà la migliore del lotto ma nemmeno la cenerentola. Meglio questo che niente, perché essere costretti a otto anni di “non Mondiale” può essere difficile da digerire. Se per far passare tutto questo tempo bisogna ballare il Krakowiak (danza tipica), non dobbiamo sempre lamentarci. Mettiamoci d’impegno e iniziamo a imparare i passi.