Pago per non vedere le partite. Pago e mi ritrovo con lo schermo nero. Pago e non riesco più nemmeno a effettuare l'accesso alla piattaforma. Pago per assistere alla Serie A ma su DAZN il campionato finisce al buio. O quasi, perché se il buongiorno si vede dal mattino allora quello della stagione attuale è coperto da nuvoloni grigi. Pago e (di nuovo) subisco la gravità di un disservizio su larga scala, che addirittura solleva proteste dal Giappone all'Europa. Pago e vado su tutte le furie ancora una volta.
Impensabile, inaccettabile, reale. Che pessima figura. E che rabbia. La rabbia degli utenti/tifosi/abbonati che hanno accettato obtorto collo il ritocco verso l'alto dei costi per il calcio in TV tracima dalle Reti social, agita la politica, è foriero di ricorsi e minacce di disdette, arriva a bussare alle porte della Agcom. E inquieta. La domanda è semplice, semplice: cosa accadrà nel futuro immediato? Com'è possibile andare avanti così?
La pirateria uccide il calcio è lo slogan sacrosanto della campagna che la Lega Serie A ha divulgato alla vigilia del torneo e mandato in onda su tutti i maxi-schermi degli stadi. È giusto che un intero comparto che genera flussi di denaro e di affari molto alti (dal calcio stesso fino alle emittenti) voglia tutelare il prodotto da qualsiasi attività a scrocco, da quel ‘pezzotto' fraudolento che è come allacciarsi all'acquedotto in maniera clandestina. Ma se la qualità è vergognosa vai verso l'autodistruzione.
La stessa Serie A, però, non è esente da colpe: con l'assegnazione dei diritti TV a DAZN (che aveva presentato un'offerta migliore dal punto di vista economico) si è deciso di abbracciare la svolta che guarda al futuro. Ma lo si è fatto in maniera avventata, senza avere un ‘piano b' e soprattutto – cosa che alimenta la reazione piccata dei tifosi ‘traditi' – pensando solo alle proprie tasche pur non avendo certezze sulla qualità del pacchetto da proporre al pubblico.
E se quello stesso prodotto che offri e veicoli con una nuova politica di prezzi – e, contestualmente, con un cambio di rotta sulla condivisione degli abbonamenti oltre alle rassicurazioni sul potenziamento del servizio – funziona male o, peggio, non funziona proprio dire che qualcosa non va è eufemistico. Un autogol grottesco.
Scadente è il termine che rimbomba da una parte all'altra del mondo: dal Sol Levante, dove addirittura hanno preso malissimo non riuscire ad assistere al match tra Cadice e Real Sociedad (nella formazione ospite ha giocato – e segnato – il connazionale Takefusa Kubo), all'Europa. "Sarà una Serie A che partirà senza problemi", aveva annunciato Franco Bernabè, senior strategic advisor di Dazn. Qualcuno deve avere fatto un brutto scherzo (a lui e all'azienda).
Cosa è successo? DAZN ha fatto la figura del ragazzo che ha studiato molto ma, arrivato davanti alla cattedra, balbetta o fa scena muta. C'era un esame importante da superare, considerato che la stragrande maggioranza degli utenti è in vacanza e prova/ha provato a guardare le partite sui devices mobili, e lo ha fallito. L'esito è stato tre ore circa di avaria. Salvo rimediare fornendo link singoli per le gare della serata garantendo una sorta di entrata da una porta di servizio. Se non è una bocciatura è come prendersi quattro materie a debito, salvandosi in calcio d'angolo. Forse.
Il problema di autenticazione è stato clamoroso tra chi non è mai riuscito ad avere accesso alla app attraverso le proprie credenziali, chi è stato espulso dalla piattaforma senza avere l'opportunità di rientravi e chi, da un momento all'altro, ha visto scomparire prima le immagini e poi l'audio fino al buio totale. E al solito messaggio di errore che quasi fa venire voglia di spaccare tutto.