La pazza carriera di Oba Oba Martins tra capriole, misteri sull’età e la conquista di 4 Continenti
Se si dice Obafemi Akinwunmi Martins a nessuno viene in mente alcunché di davvero particolare nel mondo del calcio ma se si ripete due volte l'inizio del nome di questo giocatore, subito esplodono i ricordi: Oba Oba Martins, uno dei più veloci calciatori di sempre, che in Italia diventò un idolo – e non solo delle folle nerazzurre – vestendo soprattutto i colori dell'Inter ai quali è rimasto legato negli anni a doppio filo. Perché quando acquisti uno come Oba Oba è per sempre. A dirlo, recentemente è stato anche Christian Vieri in una delle sue innumerevoli dirette Instagram per scacciare l'ansia e la noia da quarantena, chiacchierando proprio con il diretto interessato, definendolo uno dei compagni di più incredibili di sempre: "Non ho mai visto un giocatore forte e veloce come lui, capace di spaccarti in due la partita, dall’inizio o a gara in corso. Incredibile: i giocatori come lui non bisognerebbe venderli mai".
Una consacrazione più che meritata perché Oba Martins non è stato semplicemente un veloce attaccante con il fiuto del gol. E' questo ma anche molto di più e negli anni della sua permanenza a Milano e in Italia tutti hanno saputo apprezzare un professionista capace di trasformare la propria passione in qualcosa di unico e particolare, perchè tutta la carriera di Martins è collegata dal genio e sregolatezza che lo ha da sempre contraddistinto.
Oba Oba, soprannome che gli affibbiò Nwanko Kanu – suo compagno ai tempi dell'avventura nerazzurra nei primi anni del Terzo Millennio – rappresenta il calcio come divertimento allo stato puro: pazze corse sul terreno di gioco, magiche capriole dopo ogni segnatura, cori divertiti dei suoi tifosi (sulle note de "il Gatto e la Volpe" di Bennato), sorrisi e aneddoti che si sprecano per una carriera che il classe 1984 ha vissuto sempre con il piede sull'acceleratore. E che ha legato per sempre la propria vita all'Italia, terra di calcio e di donne, sposando la sorella di Mario Balotelli, Abigail, da cui ha avuto un figlio, classe 2005, Kevin Maussi Martins, trascinatore dell'Under 15 dell'Inter dopo essere cresciuto nel Milan.
L'avventura inizia a 16 anni
Oba Oba appare tutto fuorché un giocatore che possa un giorno fare la differenza: alto solamente 1 metro e 70 per 70 chili non è certo ciò che si suol dire un ariete da area di rigore, dove lui si diletta a giocare sin di primi passi in Nigeria, con la maglia del Wuhan Zall e poi con i colori dell'Ebedei prima di venire individuato dagli scout che lo portano in Italia, prima alla Reggiana e quindi all'Inter. Ma Martins è di quei giocatori che hanno nella costituzione fisica e nella forza muscolare una esplosività non comune e a soli 16 anni attira su di sé le mire dell'Inter, che lo acquista per farlo giocare nella Primavera nerazzurra con cui vince da protagonista un Viareggio e il campionato di categoria.
Le capriole nerazzurre, i gol a Juve e Milan e le vittorie di Calciopoli
Hector Cuper non resiste al fascino di Martins e così approda in prima squadra con compagni del calibro di Vieri e Recoba. E nasce il mito di Oba Oba: inizia a prendersi un posto da titolare e a segnare reti (in totale saranno 135 presenze e 49 reti con la maglia dell'Inter tra il 2001 e il 2006) che resteranno nella storia, come contro la Juve in campionato e contro il Milan nel ritorno della sfortunata semifinale di Champions League del 2003. Riuscirà anche a vincere tre trofei: la Coppa Italia 2004-05 da protagonista, realizzando 6 gol, bissando il trionfo nella stagione seguente con lo scudetto in seguito ai fatti di Calciopoli.
Il ‘mistero' dell'età e l'avventura in Premier
Come per ogni favola che si rispetti anche in quella di Martins arriva il momento cupo: nel 2005 la Federazione nigeriana gli attribuì 27 anni in luogo degli effettivi 22 creando un vero e proprio caso mediatico. Il tutto si risolverà in una ammissione di colpa da parte della Federcalcio africana ma intanto Martins cambia società, Nazione e campionato: va in Inghilterra, al Newcastle, dove eredita la maglia numero 9 di un autentico mito, Alan Shearer. Tre stagioni da protagonista in Premier dove torna, dopo alcune parentesi al Wolfsburg, e al Rubin Kazan con i colori del Birmingham City con cui segnerà solamente due volte, ma realizzando la rete che permetterà di battere l'Arsenal e conquistare la Carling Cup, secondo titolo nella storia del club inglese 48 anni dopo.
L'eroe dei quattro Continenti
La ‘pazza' carriera di Martins non si ferma però qui. Oba Oba accetta la corte del calcio americano dei Seattle Sounders, squadra della Major League Soccer: dopo una stagione di adattamento torna a fare capriole e a segnare. 17 gol e 13 assist nella seconda stagione che gli valgono la candidatura al premio di miglior giocatore dell'anno. Ma la conquista del mondo si completa solamente nelle stagioni successive quando sceglie l'Asia a 32 anni compiuti passando allo Shanghai Shenhua, dove riesce a vincere una coppa nazionale. In Africa, sua terra d'origine si esalta anche con la Nigeria con cui conquista un doppio bronzo nelle Coppe d'Africa 2006 e 2010.