La nuova vita di Gianluca Vialli, dalla malattia agli Europei con la Nazionale di Mancini
Un'altra bella stagione, questa volta in Nazionale e ancora al fianco di Roberto Mancini. "Bobby gol" e Gianluca Vialli, dalla Sampdoria all'Italia: è il viaggio di una vita che ha ricostituito in Azzurro la coppia che ha scritto una delle pagine più belle dei blucerchiati e del calcio tricolore. L'uno, commissario tecnico, ha voluto accanto a sé l'amico, il compagno di squadra oggi a capo della delegazione, la persona di cui fidarsi che ha segnato il gol più bello a una brutta malattia. Assieme sono comparsi nella trasmissione di Fabio Fazio, Che tempo che fa. Assieme hanno sfumato la Notte Azzurra, in onda sulla Rai, durante il programma che ha aperto di fatto il palinsesto televisivo su Euro 2021.
Una finestra spalancata sul futuro prossimo: l'11 giugno l'Italia affronterà la Turchia nella partita inaugurale che si gioca allo stadio Olimpico di Roma. Ci sarà anche Vialli e per lui – come la famiglia e gli affetti più cari – è già una vittoria. Quando il tumore al pancreas lo aggredì sentì il mondo crollargli addosso, nemmeno avrebbe immaginato che a distanza di qualche anno sarebbe stato lì. Non deve più mettere un maglione sotto la camicia "perché gli altri non si accorgessero di nulla, per essere ancora il Vialli che conoscevano".
Non deve avere più vergogna di piangere né paura ma non usate la parola battaglia quando gli parlate del cancro. "Non saprai mai se è finita con il cancro – ha ammesso Vialli, ospite in studio da Fazio – fino a quando non saranno trascorsi alcuni anni senza problemi. Ma al momento sto bene e spero continui a essere così finché morirò di vecchiaia". Non era da solo, ha affrontato le cure durissime e superato la malattia anche con l'aiuto della moglie e delle figlie. Credeva che non le avrebbe mai viste salire sull'altare, adesso può ancora augurarsi il meglio per sé e per loro.
Quando passi attraverso prove del genere la percezione della realtà cambia e le cose della vita hanno un valore differente. "Non ho mai pensato combattere il cancro, perché sarebbe stato un nemico troppo forte. Ho immaginato di fare un viaggio con un compagno indesiderato nella speranza che si annoiasse e morisse prima di me". È vivo, può raccontarsi e raccontare sentimenti inconfessabili, quelli che non li danno proprio indietro mai.