La nuova regola sui calci di rigore è ufficiale: viene aggiunta una frase che cambia tutto
L'eterna sfida tra attaccanti e portieri sui calci di rigore vede segnare ufficialmente un punto pesante a vantaggio dei primi: dal prossimo 1 luglio niente sarà più come prima quando chi tira il penalty si troverà a dover affrontare in singolar tenzone l'estremo difensore. Quest'ultima categoria deve ‘ringraziare' – per il fatto di aver perso potere nella sfida dagli 11 metri – le buffonate e scorrettezze assortite messe in atto agli ultimi Mondiali da Emiliano ‘Dibu' Martinez.
Il 30enne portiere dell'Aston Villa è stato uno dei protagonisti assoluti del trionfo dell'Argentina in Qatar, suggellando il grande torneo giocato con la prova in finale contro la Francia che lo ha reso un eroe immortale agli occhi del suo popolo. Ma proprio la sfilza di biechi trucchetti, decisamente oltre la soglia della sportività, messi in atto in quel frangente da Martinez hanno indotto l'IFAB – ovvero l'unico ente deputato a cambiare le regole del gioco del calcio – a proibirli in maniera totale, senza stare neanche lì ad elencarli uno ad uno, ma parlando genericamente di comportamenti "unfair", ovvero "scorretti".
Da adesso dunque il portiere sul rigore dovrà essere davvero un esempio di correttezza, senza poter toccare i pali, la traversa o la rete, né andare sul dischetto per distrarre il tiratore o fare le cose che fece il Dibu contro la Francia: chiedere ripetutamente di controllare il posizionamento del pallone, urlare qualcosa al rigorista mentre sta per calciare, prendersi il pallone e portarselo in giro prima di fingere di consegnarlo al tiratore gettandolo invece via, andare sul dischetto per irridere o minacciare chi sta per battere. Un campionario di trucchi su cui molti arbitri finora chiudevano gli occhi, cosa che col cambiamento introdotto nel dettato della Regola 14 al Comma 1 non sarà più possibile.
La vecchia regola recitava così: "Il portiere difendente deve rimanere sulla linea di porta, di fronte al calciatore, tra i pali, senza toccare i pali, la traversa o la rete, finché il pallone non è stato calciato". Il nuovo testo semplicemente rimette all'arbitro la possibilità di stroncare qualsiasi comportamento del portiere ritenga essere antisportivo: "Il portiere difendente deve rimanere sulla linea di porta, di fronte al calciatore, tra i pali, fino a quando il pallone non viene calciato. Il portiere non deve comportarsi in modo tale da distrarre il calciatore in maniera scorretta, ad esempio ritardando l'esecuzione del tiro o toccando i pali, la traversa o la porta".
Nella sua spiegazione del cambiamento introdotto, che sarà in vigore come detto dal 1 luglio, l'IFAB precisa ulteriormente lo spirito che ne è alla base: "Si chiarisce che il portiere non deve comportarsi in maniera che non mostri rispetto per il gioco e per l'avversario, cioè distraendo ingiustamente il calciatore". Qualora gli arbitri applichino pienamente tutto ciò, il tempo delle pagliacciate sui rigori – che peraltro hanno fatto la storia del calcio, basti ricordare ai balletti di Grobbelaar e Dudek nelle finali di Coppa dei Campioni/Champions contro Roma e Liverpool – è davvero finito.