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La nuova Atalanta di Gasperini ha già il suo idolo indiscusso, Hojlund: “Ragazzo molto sveglio”

Rasmus Hojlund è arrivato a Bergamo in estate: un investimento importante (17 milioni) per un talento che sta già stregando tutti. “Ha un futuro radioso, speriamo che impari a migliorarsi”
A cura di Alessio Pediglieri
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All'anagrafe si chiama Rasmus Hojlund, anni 19 e di professione calciatore. Bravo e di talento bisognerebbe aggiungere perché da quanto visto a Monza, il giovanotto chiamato alla sua prima da titolare da Gian Piero Gasperini che lo ha infilato in attacco come sola punta di riferimento, ci sa fare. Suo il gol che ha aperto le danze del successo della Dea che è valso il primato solitario, sua una prestazione che ha mostrato sprazzi di pura qualità, condita dal primo gol in Serie A.

In campo, Hojlund ha fatto vedere il meglio del proprio repertorio, senza clamori né timori: con la responsabilità di dover sostenere l'intero attacco bergamasco l'Under21 danese ha carburato a metà primo tempo per poi progredire senza fermarsi più. Il gol è stato il fiore all'occhiello: al debutto assoluto, anche a segno, diventando così il 2° giocatore più giovane a segnare al debutto da titolare con la maglia dell'Atalanta in Serie A nell'era dei tre punti a vittoria e a infilarsi di prepotenza nella storia del club. L'ultimo a farlo era stato Marko Livaja nel febbraio 2013.

Il "piccolo Haaland", arrivato a Bergamo con un bagaglio importante quanto l'investimento fatto (17 milioni) è un gioiellino che ha preso per mano la dea nel momento più delicato, quello che ha riproposto dopo quasi sessant'anni l'Atalanta prima in campionato: non accadeva dal lontano 1964 ed è comunque un primato storico perché mai prima d'ora, nella sua avventura in massima Serie il club bergamasco c'era riuscito dopo almeno cinque giornate. Tutti segnali che sono arrivati forti e chiaro alla congrega di avversarie per il titolo su cui si sta gi concentrando l'attenzione di una piazza che non avrà "distrazioni" particolari, non essendosi qualificata per le Coppe europee.

"Ad un certo punto abbiamo smesso di segnare", dirà Gasperini nel post partita di Monza rispondendo a chi gli domandava cosa ci fosse di differente rispetto alla squadra dell'anno scorso: "Ma quest'anno siamo più versatili, ho una squadra e giocatori che possono fare bene in ripartenza e contropiede, cosa che un anno fa non si poteva fare". Dunque, maggior baricentro alto, propedeutica perfetta alla ricerca delle reti (già 9 nelle prime 5 partite), anche se la fatidica parola non vuole essere inserita – ancora – nel vocabolario atalantino: "Scudetto? C'è grande disponibilità da parte di tutti ma sappiamo il tanto lavoro che c'è da fare ancora e sappiamo di doverlo fare" sottolinea un raggiante Gasperini che sente il profumo dell'impresa. "Abbiamo intanto raggiunto un traguardo storico, un merito a questi ragazzi e per la gente di Bergamo".

Il tecnico dell'Atalanta ha assistito minuto per minuto i suoi durante tutto l'arco del match, indicando e arrabbiandosi nei momenti opportuni, cambiando anche protagonisti e carte in tavola, e mostrando i pugni ben chiusi al cielo davanti al colpo vincente di Hojlund che ha aperto il via alla vittoria: "Spero di insegnare al ragazzo quelle indicazioni che possano migliorarlo e crescerlo. Ha un futuro radioso ed un giovane molto sveglio".

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