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La notte orribile di Timothy Weah in Copa America: la folle espulsione, le scuse e gli insulti razzisti

In Copa America Timothy Weah è stato espulso via VAR al 18° del primo tempo, condannando gli Stati Uniti alla clamorosa sconfitta con Panama. Nella notte, le scuse dello juventino non sono bastate a frenare una feroce ondata di razzismo riversatasi sui social.
A cura di Alessio Pediglieri
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La stagione di Timothy Weah non accenna a migliorare, con il giovane attaccante americano che dopo un campionato pressocché anonimo con la maglia della Juventus, stenta anche a ritrovarsi in Nazionale. Nella seconda partita di Copa America degli USA, battuti da Panama, è stato protagonista di una espulsione diretta, con un gesto di reazione tanto folle quanto stupido, figlio di uno stato psicofisico difficile, tra ansie e frustrazioni che non lo abbandonano. Con conseguenze negative per sé e per i suoi compagni, che hanno perso clamorosamente contro Panama. Sui social sono arrivate le sue scuse ufficiali, ma anche tanti insulti razzisti che hanno spinto la Federcalcio a stelle e strisce a prendere posizione: "Profondamente turbati dai commenti diffusi online".

Nella seconda partita della nazionale USA in Copa America è accaduto letteralmente di tutto per una notte a stelle e strisce da dimenticare il più in fretta possibile. L'espulsione dopo soli 18 minuti di Weah per uno sciocco fallo di reazione ha condizionato il match, poi vinto clamorosamente da Panama: una sconfitta che brucia e che mette subito in difficoltà gli Stati Uniti, nel gruppo C di Copa America. Poi, più tardi, la denuncia della Federcalcio statunitense per i beceri insulti razzisti ricevuti a margine dell'episodio.

La reazione di frustrazione di Weah, l'espulsione in USA-Panama

La seconda gara di Copa America degli Stati Uniti inizia sotto i peggiori auspici: al 18° l'episodio che di fatto ha condizionato la prestazione della nazionale con l'espulsione di Timothy Weah per un gesto plateale di reazione. Il classe 2000 è stato espulso per aver sferrato un colpo alla nuca di un avversario con la palla lontana, dopo un contrasto di gioco perso. Ivan Barton, l'arbitro del match ha estratto inizialmente il cartellino giallo, poi però è stato richiamato al VAR: cambia la propria decisione e arriva il rosso diretto con Weah che rischia anche una lunga squalifica.

Le scuse via social di Timothy Weah

Conscio di quanto accaduto in campo e di aver messo nei guai i propri compagni e deluso i tifosi americani, poche ore dopo l'espulsione, Timothy Weah ha optato per i suoi canali social nel mostrare tutta la propria amarezza e frustrazione. "Oggi ho deluso la mia squadra e il mio Paese", ha scritto sul proprio profilo Instagram. "Un momento di frustrazione ha portato a una conseguenza irreversibile e per questo mi dispiace profondamente per i miei compagni di squadra, gli allenatori, la famiglia e i nostri tifosi. Andando avanti, mi impegno a imparare da questa esperienza, a non permettere a un avversario di provocarmi e a impegnarmi per riconquistare la fiducia e il rispetto della mia squadra e dei miei sostenitori".

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"Non importa cosa, combatterò sempre per la mia squadra e il mio paese fino al giorno in cui non sarò più necessario o in grado di farlo!!" ha concluso Weah. "Mi scuso sinceramente con tutti. Il mio amore per questa squadra va oltre il calcio e sono così triste e arrabbiato con me stesso per aver fatto passare ai miei fratelli quello che hanno passato stasera."

Gli insulti razzisti e la denuncia della Federcalcio americana

Timothy Weah e altri membri della nazionale statunitense sono stati però anche oggetto di feroci insulti razzisti sui social media dopo che gli Stati Uniti sono stati battuti 2-1 dal Panama in Copa Amèrica, a tal punto che la US Soccer Federation – la federcalcio americana – ha deciso di intervenire in via ufficiale, rilasciando una dichiarazione sui social in cui si dice  "profondamente turbata dai commenti razzisti fatti online".

"Non c'è assolutamente posto nel gioco per un comportamento così odioso e discriminatorio", si legge nella dichiarazione. "Queste azioni non sono solo inaccettabili, ma anche contrarie ai valori di rispetto e inclusività che sosteniamo come organizzazione". La US Soccer ha anche confermato la propria assistenza a qualsiasi giocatore o membro dello staff che ne faccia richiesta e ha segnalato gli abusi razzisti alla CONMEBOL, gli organizzatori sudamericani del torneo.

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