La Nazionale non resiste, sfottò dell’Italia all’Inghilterra: “It’s coming Rome”
Sta tornando ma non a casa tua. È la frase scritta sulla bandiera tricolore dell'Italia dai tifosi Azzurri che a Wembley hanno accompagnato la vittoria della Nazionale ai rigori. La squadra di Roberto Mancini e Luca Vialli è Campione d'Europa. L'immagine del loro abbraccio, sincero ed emozionato, dopo la parata decisiva di Donnarumma è lo scatto che resta bella storia di questo trionfo.
Spazza via ogni cosa, a cominciare dalla sicumera che ha scandito tutta la vigilia della sfida sul fronte inglese. Un battage mediatico continuo, martellante da parte di una nazione che – forte anche del messaggio della Regina Elisabetta II – pregustava il successo perché credeva fosse impossibile fallire in casa. Ma non avevano fatto i conti con la forza di carattere di un avversario che nelle difficoltà si esalta e, soprattutto, non si è lasciato intimorire dal clima infuocato. E allora ecco che quel "it's coming home" urlato a squarciagola dai sostenitori d'Oltremanica lungo tutto il percorso di qualificazione s'è tramutato in un boccone avvelenato.
Facile, facile giocare con le parole. Basta cambiare una consonante, sostituire la lettera r con la h. Il risultato è semplice, efficace, ironicamente tagliente per l'Inghilterra: It's coming Rome…. arriva a Roma. Lo ha urlato Bonucci davanti alla telecamera al termine dell'incontro e con lui anche Chiellini e Florenzi. Lo ha messo per iscritto in un tweet anche l'account ufficiale della Nazionale italiana di calcio.
Messaggio molto efficace: a corredo dell'espressione iconica e del grande risultato ottenuto nella fossa dei leoni di Londra c'è la foto di una cartina geografica. Le capitali Londra e Roma sono unite da una linea che traccia la rotta del ritorno dall'Inghilterra verso l'Italia. Due ore e trentacinque minuti di viaggio per portare il trofeo a casa. E non c'è possibilità di commettere errori. È tutto vero.