La mossa degli inglesi che ha fatto vincere gli Europei all’Italia: “Lì hanno fatto il resto”
Se Carlo Tavecchio sarà ricordato per sempre come il presidente della Federcalcio che ha scelto Gian Piero Ventura come CT dell'Italia, legando il nome di entrambi allo storico fallimento della mancata qualificazione ai Mondiali del 2018, ben altro destino spetta a Gabriele Gravina: il destino dei vincitori. L'attuale numero uno della FIGC si è trovato infatti ‘accoppiato' – nella narrazione della storia del calcio italiano – con uno che di successi ne ha mietuti tantissimi nella sua carriera, sia da giocatore che da allenatore, Roberto Mancini.
A poco più di una settimana dal trionfo di Wembley nella finale degli Europei, Gravina rivendica alcuni passaggi chiave che hanno portato all'ultimo atto di domenica 11 luglio: "Sono orgoglioso perché questo successo viene da lontano – spiega al Corriere della Sera – Quando sono arrivato in FIGC, nel 2018, abbiamo rivisitato l’intero Dipartimento, provando a cambiare la mentalità e cercando di organizzare la Nazionale come un club. Mancini è l'interprete perfetto per il nuovo rinascimento azzurro. Il rinnovo fino al 2026? Entrambi desideravamo questo accordo. Firmare prima dell'Europeo è stata una mia scelta perché volevo lanciare un messaggio chiaro a squadra, media e opinione pubblica: cioè Mancini alla guida della Nazionale per un lungo periodo. Il progetto vale più del risultato".
Gianluca Vialli e Daniele De Rossi sono stati due tasselli chiave per creare quella perfetta alchimia nell'ambiente azzurro che si è tradotta nel trionfo: "Vialli è una persona di grande spessore, il profilo migliore per trasmettere coraggio, valori e esperienza ai giocatori. E poi volevo riunire i gemelli del gol. L'abbraccio tra Luca e Roberto, durante l'Europeo, è stato un regalo a tutti per le emozioni che ha generato. De Rossi è una felice intuizione. A Daniele serviva un'esperienza formativa ai massimi livelli e a noi un campione del mondo che potesse parlare la stessa lingua dei calciatori. Quasi tutti gli azzurri lo conoscevano per averci giocato insieme. Un pezzo di questo Europeo è anche suo".
Gravina racconta poi come le motivazioni massimali che hanno portato alla vittoria sull'Inghilterra le abbiano fornite agli azzurri proprio gli inglesi: "La notte prima della finale ho dormito meno del solito. È stata la serenità dei giocatori a dare forza a tutta la delegazione. I fuochi d'artificio dei tifosi inglesi fuori dal nostro albergo hanno fatto il resto e ci hanno trasmesso più convinzione. Vincere fuori casa è stato bellissimo". Forse i sostenitori inglesi – se potessero tornare indietro – non scatenerebbero la santa barbara che ha fornito agli azzurri quella rabbia che poi hanno scaricato sul prato di Wembley…