La morte di Jody Lukoki nasconde una storia terribile: in Olanda svelano il pestaggio dei familiari
L'Olanda è ancora scossa dalla tragica morte di Jody Lukoki, 29enne attaccante esterno cresciuto nelle giovanili dell'Ajax e che in carriera ha affrontato anche il Milan in Europa League quando vestiva la maglia del Ludogorets. Oltre che nella squadra bulgara, la parabola calcistica del giocatore con passaporto olandese nato a Kinshasa nella Repubblica Democratica del Congo si è dipanata con Cambuur, Zwolle, i turchi del Malatyaspor ed infine il Twente. Con quest'ultima squadra aveva firmato un biennale nell'estate dello scorso anno, ma un persistente infortunio al ginocchio lo ha tenuto lungamente fermo ai box, prima che una brutta storia di violenza domestica – per cui è stato condannato a gennaio – facesse risolvere il contratto col Twente.
Attualmente svincolato, Lukoki si era quasi completamente ripreso dall'infortunio al ginocchio ed era pronto a cercare una nuova squadra, quando è stato stroncato da un arresto cardiaco in circostanze apparse subito poco chiare. Nelle ultime ore la vicenda in Olanda ha assunto i contorni del giallo, visto che i media locali hanno rivelato dettagli scioccanti sulle cause del decesso del giocatore. Il 29enne è morto lunedì scorso in ospedale per le ferite riportate durante un violento litigio con membri della sua famiglia che lo ha coinvolto la settimana scorsa. La polizia ha confermato che sul caso è stata presentata una denuncia penale, ma un portavoce non ha potuto fornire ulteriori dettagli.
Secondo le ricostruzioni diffuse, Lukoki ha litigato con due cugini e un amico a una festa ad Almere durante l'ultimo weekend. Le conseguenze delle botte ricevute sarebbero state così pesanti da indurre il giocatore a recarsi in ospedale, con forti dolori alla testa e al ginocchio. A quel punto la vicenda ha preso una piega ulteriormente inattesa: i medici infatti hanno deciso di amputare una gamba al calciatore a causa di un'infezione persistente e di carenza di ossigeno che potrebbe essere stata causata da dipendenza o da uso eccessivo dei palloncini di protossido di azoto, il cosiddetto ‘gas esilarante' inalato per sballarsi.
Tuttavia mentre era in coma dopo l'intervento chirurgico, Lukoki è morto per un arresto cardiaco intorno alle 6 del mattino di lunedì. Peraltro si sarebbe dovuto sottoporre di lì a poco ad una seconda operazione per l'amputazione anche di un braccio. Un vero calvario sul quale adesso dovrà fare luce l'autopsia. "Il duro lavoro paga", aveva scritto il giocatore qualche giorno fa, mostrando i suoi allenamenti per rimettersi in forma e tornare a giocare dopo l'infortunio: purtroppo non lo rivedremo mai più in campo.