La moglie di Luis Alberto svela gli auspici di morte dei romanisti: “Gente malata”. Pubblica un nome
Se Roma piange, Siviglia festeggia, è la dura legge dello sport. Quanto più è sul filo di lana la vittoria, tanto maggiori sono rispettivamente gioia e sofferenza. La finale di Europa League vinta dagli andalusi ai calci di rigore ha lasciato dietro di sé una scia di polemiche legate all'arbitraggio di Taylor e alle aspre proteste di Mourinho contro quest'ultimo, ma ha prodotto anche un'appendice sgradevole nella capitale. Tutto è nato dall'esultanza di Luis Alberto e di sua moglie sui social appena dopo che Montiel ha realizzato il penalty decisivo.
Il 30enne centrocampista è andaluso, è cresciuto nelle giovanili del Siviglia, dove ha esordito a 18 anni tra i professionisti. Dal 2016 è un pilastro della Lazio, ma il cuore è biancorosso e dunque è esploso di felicità quando la squadra di Mendilibar si è aggiudicata la coppa. "Congratulazioni siviglisti!", ha scritto il ‘Mago' in una storia su Instagram.
Una sortita che è stata tuttavia vista dai tifosi della Roma soprattutto come uno sfottò in chiave derby, da parte di un laziale per la sconfitta dei cugini. E dunque la reazione fatta di insulti è stata immediata, ma poi si è andati decisamente oltre, come ha svelato la moglie di Luis Alberto in un'altra storia, stavolta sul suo profilo Instagram.
Patricia Venegas, con cui il calciatore spagnolo è sposato da quasi 9 anni, aveva esultato a sua volta per la vittoria del Siviglia, squadra per cui fa il tifo fin da bambina, ed è stata ugualmente fatta oggetto delle peggiori frasi da parte degli haters, fino ad arrivare alle minacce di morte. La donna ha voluto rendere pubblico tutto, annunciando denunce e postando un nome e cognome senza oscurarlo e taggandolo anche, così che valesse per tutti quelli che si erano resi responsabili delle offese e minacce ricevute.
"Ci tengo a dire che sono stati denunciati tutti coloro che si sono dedicati a mandare questo tipo di messaggi", ha scritto la moglie di Luis Alberto, a corredo dello screen degli epiteti ricevuti, tra cui si leggono "a figlia de put***a", "mori de cancro maligno", "devi scoppia", "devi morì male".
"Ecco come sono le persone malate. Per aver festeggiato che la mia squadra di tutta la vita ha vinto la coppa ieri", ha scritto ancora Patricia, che poi ha aggiunto: "E la cosa peggiore è che non he ho ricevuto solo uno…". Una brutta vicenda che niente a che fare col tifo, ma solo con inciviltà e odio.