La minaccia di Spalletti al pubblico di Napoli: “Lascio la panchina e me ne vado a casa”
Una cosa è il campionato, una corsa di lunga durata in cui gli accidenti del percorso possono essere assorbiti, altra cosa è la Champions League, dove conta arrivare al massimo in quelle due partite dove ci si gioca tutto. Il Napoli ammirato dopo la sosta per le nazionali non sembra quella macchina inarrestabile di qualche settimana fa, complici la stanchezza ("siamo quelli i cui giocatori hanno viaggiato di più", aveva detto Spalletti), infortuni pesantissimi come quello di Osimhen ed anche quei refoli di vento che ora sembrano allontanare i palloni dalla porta avversaria, mentre l'avversario al contrario è implacabile.
E se l'avversario è il Milan campione d'Italia, un club che in Europa ci si trova come nel giardino di casa e che al contrario arriva all'appuntamento al meglio delle proprie possibilità e con l'umore bello alto dopo aver già bastonato gli azzurri al Maradona, può benissimo succedere che i 22 punti di distacco in campionato vengano azzerati e i quarti di Champions si mettano in salita dopo la sconfitta per 1-0 a San Siro nella gara di andata.
Al netto delle recriminazioni sull'arbitraggio, esternate sarcasticamente da Spalletti nel dopo partita a proposito del differente metro sulle ammonizioni, gli azzurri ci hanno messo del proprio fallendo numerose occasioni e cadendo nelle ingenuità fatali che sono costate l'espulsione di Anguissa e il giallo pesante di Kim che era diffidato. Entrambi dunque non ci saranno martedì prossimo nel match di ritorno, dove il pubblico napoletano sarà chiamato a spingere Kvaratskhelia e compagni alla rimonta.
Peraltro è proprio questo uno dei tasti dolenti toccati dal tecnico azzurro nel dopo partita, assieme alla direzione del rumeno Kovacs. Spalletti si lascia andare a un vero e proprio sfogo in conferenza stampa, quando gli viene chiesto se nella sconfitta del Meazza ha pesato lo stadio e che clima si aspetta al Maradona, dopo le brutte scene vissute in occasione della gara di campionato tra le due squadre, quando tra scioperi della parte più calda della tifoseria, contestazioni a De Laurentiis e zuffe sugli spalti tra gli stessi sostenitori partenopei, era stato dato uno spettacolo davvero brutto, oltre che surreale visto lo Scudetto trionfale verso cui sta volando il Napoli.
"Che clima sarà al Maradona non lo so – premette Spalletti, partendo poi all'attacco – Però come mi è dispiaciuto vedere il nostro stadio in quella maniera lì contro il Milan, al di là di quello che è stato il risultato di campionato, quello che mi ha fatto ancora più male è vedere il Diego Armando Maradona, una squadra che sta vincendo il campionato, che è 33 anni che non vince il campionato, che ha possibilità di portarlo in fondo, una partita fondamentale che ti mette nelle condizioni di avere probabilmente una tranquillità psicologica per giocare poi la Champions tre giorni dopo… Vedere tutti contro tutti che ci si contesta in quella maniera lì è una roba che non riuscirò mai a capire e che mi porterò dietro per sempre, perché è inspiegabile come si possa arrivare a quella roba lì".
Il tecnico toscano lancia poi una minaccia: "Se succede alla partita di ritorno, io vado via dalla panchina. Se la partita di ritorno succede la stessa cosa, prendo, vado via e vado a casa. Perché è una roba… per quello che ci giochiamo, per l'importanza, per la sensibilità che hanno questi ragazzi qui, perché io ho una squadra di ragazzi perbene, di grandi professionisti, di buoni calciatori ma che sono sensibili a quello che gli succede intorno, perché abbiamo giocato in un clima che non ci ha assolutamente aiutato e che è inspiegabile non aiutare la squadra, prenderla in ostaggio".
In questi giorni che mancano da qua a martedì servirà non solo pensare a come sostituire gli squalificati Kim e Anguissa, due che quest'anno hanno giocato praticamente sempre, ma anche ricostruire morale e fiducia. Una notizia buona c'è e la dà lo stesso Spalletti, al Maradona Victor Osimhen ci sarà: "Le possibilità che sia a disposizione sono il 100%, perché la programmazione di lavoro è stata fatta in quella direzione lì".