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La marcatura aggressiva di Rudiger su Haaland: “Mai visto fare cose del genere”

Il dato statistico di Haaland nella partita di Champions contro il Real Madrid spiega bene le difficoltà incontrate contro il difensore tedesco e per la trappola tattica preparata da Ancelotti. L’ex di Roma e Chelsea le ha provate tutte per fermare l’attaccante.
A cura di Maurizio De Santis
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La serata opaca di Haaland si spiega anche con la marcatura di Rudiger.
La serata opaca di Haaland si spiega anche con la marcatura di Rudiger.

Tutti attendevano (e temevano) Haaland ma nell'andata della semifinale di Champions l'attaccante del Manchester City ha recitato la parte dell'attore non protagonista. Era lì davanti però non è riuscito a incidere, né farsi largo sfruttando la propria fisicità, né a trovare l'occasione migliore per alimentare la fama di bomber che ti castiga al primo pallone buono a tiro. Anzi, a proposito di tiri, il dato statistico che lo riguarda spiega bene cosa (non) è stata la sua partita al Bernabeu contro il Real Madrid.

Ventuno palloni toccati in 90 minuti giocati. Tre tiri totali, di cui 2 nello specchio della porta: nessuno che abbia provocato grattacapi a Courtois. Come aver giocato con un calciatore in meno, alla luce delle cifre che hanno fatto dell'ex Borussia uno spauracchio in giro sui campi d'Europa (e della Premier League): 51 reti in 47 partite disputate nel complesso, 12 centri in 9 match di Coppa, 35 gol in 31 gare nel campionato inglese. La media fa tremare i polsi (e le gambe): in Europa segna ogni 56 minuti, in campionato fa centro ogni 75′. Una certezza che, prima o poi, la butta dentro.

Il duello fisico tra Haaland e Rudiger durante la sfida di Coppa.
Il duello fisico tra Haaland e Rudiger durante la sfida di Coppa.

Ma contro il Real Madrid, e più ancora contro Rudiger, tutta la sua potenza di Haaland è stata disinnescata. Il resto è stato "olio di gomito" per provare a liberarsi dalla marcatura asfissiante del tedesco che, oltre agli spazi, gli ha tolto anche l'aria. E quando i trucchi dell'esperienza, la tecnica e la qualità non sono bastate ci ha pensato la trappola tattica che Ancelotti aveva teso a neutralizzare la punta norvegese. Non fosse bastato l'ex di Roma e Chelsea, avrebbe trovato sulle sue tracce Alaba e Kroos pronto ad abbassarsi per schermarne i movimenti.

L'ex difensore del Manchester City, Joleon Lescott, e l'ex del Manchester United, Rio Ferdinand, non hanno usato giri di parole per raccontare e descrivere la prestazione del centrale madrileno: "Puoi essere aggressivo ma devi avere forza e tanta qualità. Abbiamo visto giocatori provare a essere aggressivi ma non essere in grado di fare come lui per forza e ritmo. Lo abbiamo visto quando la palla era lontana… gli tirava la maglietta, lo spingeva".

Lo stesso allenatore del Real Madrid, Carlo Ancelotti, ha elogiato il suo difensore dopo la partita per dedizione, esecuzione del compito, applicazione dei suggerimenti che gli erano stati dati e per quella buona dose di furbizia ed esperienza che gli sono serviti per tarpare le ali ad Haaland. "Toni è stato eccellente, è un giocatore di grande esperienza, qualità. Non aveva un compito facile ma ha giocato molto bene".

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