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La maldicenza sull’Italia mai vincente con le telecronache di Pizzul: “Ma non ci ho perso il sonno”

L’ex giornalista si lasciò scivolare addosso quella brutta diceria secondo cui non fosse un amuleto per l’Italia che ha raccontato per anni senza vederla mai trionfare. “Parte Donadoni… ahi. Ecco Roberto… alto”.
A cura di Maurizio De Santis
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La voce di Bruno Pizzul ha raccontato ben cinque Mondiali a cui ha partecipato l'Italia, da Messico '86 (quello passato alla storia per la mano de dios) all'inferno di Giappone-Corea 2002 (che ha la faccia dell'ex arbitro Byron Moreno), ma ha avuto la sfortuna di non poter mai urlare "Campioni del mondo!". L'ex telecronista friulano, morto a 86 anni, non ha mai visto gli Azzurri trionfare ma solo arrivare a un passo dalla grandezza fino a sfiorarla e a vederla sfuggire dalle mani.

Capitò a Italia '90 e a Pasadena nel '94. Il copione fu identico, beffardo e atroce, a Euro 2000 per il golden gol di Trezeguet che gelò la Nazionale di Zoff (amico di Pizzul). Nel Sol Levante fu anche peggio per i traffici confessati in seguito dal direttore di gara ecuadoriano che fischiò contro la Corea. Si spiega anche così quel passaparola indecoroso di maldicenze secondo cui portasse male, tanto che nel 2006 (quando orami Pizzul aveva passato la mano con l'ultima telecronaca di Italia-Slovenia) l'Italia tornò alla vittoria a Berlino.

"Sì… so cosa dicevano di me – spiegò in un'intervista – Ma non ci ho perso il sonno. La verità è che sono rimasto profondamente dispiaciuto due volte quando non abbiamo vinto. A Italia '90 e Euro 2000. Questo è uno strano Paese, accettano tutto ma non devi arrivare secondo, altrimenti s'incazzano: viaggiavo con l'aereo degli azzurri e ricordo che quando tornammo dagli Usa e perfino dopo Messico '70 ci volevano prendere a pomodori in faccia".

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Tornato in auge perché in molti l'avrebbero voluto di nuovo in telecronaca in occasione della finale degli Europei contro l'Inghilterra (Alberto Rimedio era in quarantena per il Covid, ndr), Pizzul ringraziò per la stima e la fiducia ma rifiutò di apparire di nuovo sul grande schermo limitandosi a commentare quel match solo per i suoi concittadini a Cormons. "Siamo Campioni d'Europa!", annunciò dinanzi a una platea ristretta.

E pure quell'episodio entra nel corredo accessorio di telecronache che hanno scandito la sua carriera. "Eeeh… giocano bene, questi!", sottolineò così la rivelazione Nigeria affrontata e battuta dalla Nazionale nei quarti di finale. "Attenzione… attenzione… ahia… ahia… ahia… Trezeguet… e la Francia ha vinto l’Europeo", disse con voce sconfortata per la rete dell'attaccante che ci condannò.

"Parte Donadoni… ahi" e poi il silenzio. E subito dopo: "Va Serena a tirare dal dischetto" ancora silenzio interrotto da "L'Argentina è finalista della Coppa del Mondo. Sono immagini che non avremmo mai voluto commentare". Fu così che sviscerò la delusione per quei tiri dal dischetto andati male per l'Italia di Vicini che si fermò sulla soglia della finale. Altrettanto cocente fu quella provata a Usa '94, quando Roberto Baggio si presentò agli undici metri il commento all'esecuzione fallita fu: "Ecco Baggio… alto, il Brasile vince il mondiale".

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E come dimenticare la lezione di stile, che lo ha sempre contraddistinto per la semplicità e la chiarezza della sua esposizione, incorruttibile nonostante le emozioni contrastanti provate per l'arbitraggio scandaloso di Moreno? "Francamente non mi pare ci sia un arbitraggio all’altezza della situazione". 

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