La maglia di Maradona della “Mano di Dio” rompe ogni record: la prima offerta all’asta è mostruosa
Come quando si parla di grandi aste per quadri o sculture si tratta di storia dell'arte, quando lo si fa per maglie di grandissimi calciatori si tratta di storia del calcio. Ancor di più poi se questo oggetto riguarda il calciatore più grande di tutti i tempi: Diego Armando Maradona. E non parliamo neanche di una sua maglia qualunque, ma di quella indossata nella sua partita più iconica, in cui ha segnato "il gol del secolo" insieme all'altrettanto memorabile "Mano di Dio", ovvero Argentina-Inghilterra ai mondiali di Messico 1986.
L'asta della maglia della "Mano de Dios" di Diego Maradona è iniziata giovedì 20 aprile e qualcuno ha fatto subito un'offerta di circa 5 milioni di euro, come evidenziato da Footyheadlines rendendola già la maglia più costosa della storia e superando facilmente il precedente record della maglia di Pelé della finale della Coppa del Mondo 1970, pagata quasi 200 mila euro. È stata la prima, e finora l'unica offerta per la maglia, ma c'è ancora parecchio tempo per gli altri per entrare in scena e aumentare il prezzo, prima che il lotto chiuda alle 17:01 del 5 maggio: il prezzo potrebbe dunque lievitare a seconda delle prossime offerte e sarà interessante vedere fino a che punto. Lo storico indumento sarà venduto all'asta da "Sotheby's", casa d'aste del Regno Unito con sede a Londra, tra le più importanti al mondo.
La maglia blu da trasferta dell'Argentina, indossata quel giorno da Maradona, ha una sua storia. Fu scambiata da Diego, in occasione di quella partita, con il centrocampista inglese Steve Hodge, che l'ha custodita gelosamente fino al 2002, quando decise di consegnarla al al National Football Museum. L'inglese l'ha usata anche per il titolo della propria autobiografia, "L'uomo con la camicia di Maradona".
Ma lo scambio di maglie che ha reso Hodge una celebrità mondiale, conservando uno dei tesori più preziosi della storia del calcio, non è stata l'unica storia che ha coinvolto il centrocampista inglese in quella giornata messicana: Hodge fu involontariamente colui che servì a Maradona la palla per segnare il gol con la mano. Il centrocampista aveva provato un passaggio all'indietro al suo portiere, che al tempo poteva prendere un passaggio da un compagno di squadra con le mani, ma Maradona aveva colto l'occasione, battendo il portiere Shilton con un salto e un tocco di pugno per sbloccare lo 0-0 parziale sul tabellone. "Questa maglietta ha un profondo significato culturale per il mondo del calcio, il popolo argentino e quello inglese – ha dichiarato Hodge – e sono certo che il nuovo proprietario avrà un immenso orgoglio nel possedere la maglia di calcio più iconica del mondo".
La storia in realtà si è trasformata in un giallo. Dalma Maradona, una delle due figlie che Diego ebbe con la moglie Claudia Villafane, ha infatti dichiarato: "Quella all’asta non è la maglia che usò mio papà nel secondo tempo, quando segnò i gol. È di quella partita, ma papà la indossò nel primo tempo". Hodge ha subito confutato questa versione, raccontando di aver scambiato la propria maglia con quella del Pibe alla fine della partita nel tunnel che portava agli spogliatoi dell’Azteca.
Prima ancora di quella partita però, l'origine della maglietta è ancora più particolare. Era stata portata come opzione da Ruben Moschella, collaboratore dell'allenatore dell'Argentina Carlos Bilardo, a soli tre giorni prima della partita, in quanto le maglie da gara portate in Messico risultavano troppo pesanti per via del sole cocente. Moschella aveva curiosato nei negozi di articoli sportivi di Città del Messico ed era tornato con due opzioni, entrambe magliette blu di "Le Coq Sportif", ritenute di peso simile. Erano indecisi su quale scegliere, finché non arrivò lo stesso Maradona, che disse: "Questa è una bella maglia, con questa qui batteremo l'Inghilterra".