La madre di Dani Alves vola in Spagna per vedere il figlio in carcere, ma lui non vuole: si vergogna
Nella brutta vicenda che vede protagonista Dani Alves, accusato di stupro da una ragazza di 23 anni e rinchiuso in carcere dallo scorso 20 gennaio senza la possibilità di uscire su cauzione, ci sono molte persone che stanno pagando un prezzo altissimo. Prima di tutte ovviamente la vittima della presunta violenza sessuale, il cui racconto dettagliato è suffragato da una mole di prove a sostegno (immagini delle telecamere del locale, testimonianze delle persone che erano presenti, referto medico dell'ospedale, tracce biologiche nel bagno dove sarebbe avvenuto l'episodio).
Ma anche la moglie del 39enne calciatore brasiliano, che ha scoperto di avere a fianco un uomo completamente diverso da quello che credeva: un traditore nella migliore delle ipotesi, visto che lui stesso ha ammesso – dopo essere stato costretto a cambiare tre versioni – di aver fatto sesso con la donna in questione, ma in maniera consensuale. Joana Sanz, 29enne modella spagnola, ha cancellato quasi tutte le foto che su Instagram la ritraevano assieme a Dani Alves (ne restano una decina, legate ad accordi pubblicitari), segno che la ferita dentro di lei è profonda e difficilmente perdonerà il marito.
E poi c'è la famiglia del brasiliano, che si ritrova da un giorno all'altro un figlio, un fratello, chiuso in galera con un'accusa tra le più terribili, essere uno stupratore. La madre del calciatore, Lucia, questa settimana è volata a Barcellona dal Brasile, ma non ha potuto ancora incontrare Dani Alves. I due per il momento hanno potuto solo parlare al telefono, visto che il calciatore preferisce attendere l'esito del ricorso prima di incontrarla, perché afferma di vergognarsi che sua madre lo veda in carcere. La donna ha preso alloggio in un albergo della capitale catalana e mercoledì si è recata nello studio di uno dei legali del calciatore, uscendone sconvolta ed incapace di trattenere le lacrime.
Giovedì e venerdì il nuovo avvocato di Dani Alves, il famoso Cristobal Martell, ha incontrato due volte il brasiliano nel carcere di Brians 2. Il legale gli ha spiegato i punti su cui farà leva nel suo ricorso per farlo rimettere in libertà provvisoria, dal canto suo l'ex nazionale verdeoro ha ribadito la propria volontà di non sottrarsi in alcun modo alla giustizia, indossando se necessario anche il braccialetto elettronico. L'obiettivo è far cadere la motivazione del pericolo di fuga che è alla base del provvedimento di restrizione cautelare.
"Accetterò qualunque cosa accada. Ho lasciato casa quando avevo appena 15 anni e superato nella mia vita situazioni molto difficili e complicate. Questa sarà un'altra che passerà, niente mi spaventa", sono state alcune delle frasi pronunciate in prigione da Dani Alves e pubblicate da La Vanguardia. Ma questa è dura, molto dura: più di una corsa a perdifiato lungo la fascia.