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La madre dell’ex Verona Cirigliano è disperata: “Non vuole più vivere, aiutatelo”

Ezequiel Cirigliano è in carcere da due mesi per tentata rapina, l’ex promessa del calcio argentino che in Italia ha giocato nel Verona è un uomo distrutto, con gravi problemi mentali. L’appello in lacrime della madre.
A cura di Paolo Fiorenza
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Ezequiel Cirigliano con Ciro Immobile in un Torino-Verona del 2013
Ezequiel Cirigliano con Ciro Immobile in un Torino-Verona del 2013

Lo scorso 15 agosto Ezequiel Cirigliano è stato arrestato presso la Questura dipartimentale di Tres de Febrero, in provincia di Buenos Aires, con l'accusa di tentata rapina con uso di arma da fuoco, detenzione illegale della suddetta arma e violazione di domicilio. A due mesi dal suo arresto, l'ex centrocampista – che giovanissimo al River Plate sembrava destinato ad una grande carriera e che poi ha giocato nel Verona per una stagione nel 2013/14 – si trova ancora in carcere e sua madre Flavia ha rotto il silenzio per lanciare tra le lacrime una disperata richiesta di aiuto.

La foto segnaletica di Ezequiel Cirigliano dopo il suo arresto
La foto segnaletica di Ezequiel Cirigliano dopo il suo arresto

Cirigliano, oggi 30enne, era già da tempo la pallida copia del giocatore che a 18 anni era stato paragonato a Mascherano. L'addio al Verona – che non si accordò col River sulla cifra necessaria per riscattarlo – segnò l'inizio di una caduta verticale del calciatore di pari passo con quella dell'uomo. Nel 2015, a 23 anni, fu arrestato per guida in stato di ebbrezza e resistenza all'arresto. Messo fuori rosa al River, proseguì la sua carriera in maniera invisibile vestendo le maglie di Dallas, Tigre, Atletico Tucuman, poi tre anni in Messico, uno in Cile e infine il ritorno in Argentina l'anno scorso per giocare col Godoy Cruz (una sola presenza).

Cirigliano in azione con Marchionni in un Parma-Verona
Cirigliano in azione con Marchionni in un Parma-Verona

A febbraio di quest'anno ‘El jefecito' era tornato in Italia accettando l'offerta di un club di dilettanti, il Cynthialbalonga Calcio, società laziale militante in Serie D. Esperienza ugualmente senza squilli, con soli 22 minuti giocati in appena due presenze. Il giocatore era finito da tempo, ma il peggio sarebbe arrivato qualche mese dopo. A ferragosto è stato arrestato per essersi introdotto in un'abitazione armato e per aver successivamente sparato colpi di pistola una volta dileguatosi. La polizia gli ha sequestrato una pistola calibro 9 millimetri con 11 proiettili nel caricatore e uno nella camera pronto ad essere esploso.

Secondo chi gli sta vicino, Cirigliano non voleva commettere alcun crimine, men che meno un furto o sparare a qualcuno: il giocatore sarebbe vittima di gravi problemi mentali per i quali era in cura dopo essere caduto in depressione perché non giocava più a calcio da professionista. La sua foto segnaletica, col volto ferito e l'espressione persa, aveva sconvolto l'Argentina, adesso la mamma tocca nel profondo i cuori con parole di lancinante dolore: "Se resterà ancora in prigione, morirà lì dentro. Sono disperata, mio ​​figlio non è un criminale, se aveva un'arma non era per un atto criminale, ma per farsi del male… Ezequiel soffre di una grande depressione da più di 10 anni, è molto triste, lui non farebbe mai male a nessuno".

"È in contatto con me e con gli avvocati. Matias Almeyda (suo ex allenatore al River, ndr) è l'unico che lo aiuta, ha messo il suo psicologo che è andato a trovarlo in questura – ha ringraziato Flavia, che in lacrime ha continuato – Ezequiel ha confessato quello che aveva intenzione di fare. Voleva farsi del male, non vuole più vivere. I giudici devono decidere tra cinque giorni. Chiedo ai giudici di liberarlo per portarlo in una clinica". Proseguendo nella sua accorata testimonianza, la madre ha rivelato che "sanno che non è un criminale", che "per due mesi lo hanno tenuto lì dentro e si sta distruggendo sempre di più", e ha implorato di lasciarlo sottoporre a cure in modo che "possa avere l'aiuto di cui ha bisogno e sorridere di nuovo".

La donna ha poi lanciato accuse a chi ha arrestato suo figlio e ora lo detiene: "L'hanno picchiato, ha ancora dei segni sulla faccia. Quello che gli hanno fatto è tremendo. Lo hanno picchiato, gli hanno spruzzato addosso spray al peperoncino, gli hanno quasi rotto il polso ed è detenuto in un luogo che ha una capienza di otto persone e attualmente sono 18, più del doppio. Se vedete i video di quella sera, stava camminando verso casa mia. Lo hanno dovuto arrestare perché aveva un'arma, ma non era per commettere un reato. Dalla pandemia non può controllare la sua depressione". La madre di Cirigliano – che ha assicurato che dalla morte del padre "Ezequiel non è più riuscito a rialzarsi" – chiede adesso di riaccendere una luce di speranza nel cielo buio della vita del figlio.

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