La madre agente di Mbappé non fa sconti nemmeno al figlio: “Troppa beneficienza, il 30% non mi basta”
Il senso spietato per gli affari della madre di Kylian Mbappé è iconico nel mondo del calcio. Chi vuole trattare con Fayza Lamari per ragionare di eventuali accordi, contratti futuri per il figlio sa di avere dinanzi un osso molto duro. Che non fa sconti ad alcuno, nemmeno al proprio ‘ragazzo' quanto a percentuali da riscuotere e ad altri aspetti della vita finanziaria dell'enfant prodige del football francese.
È una delle stelle del panorama internazionale, ha un valore di mercato che può raggiungere vette altissime: riuscire a scollinare quella delle transazioni con la donna procuratrice può rivelarsi impresa ardua. Nel mondo dello sport c'è da una vita, è stata campionessa di pallamano, e di quello del calcio ha imparato tutti i trucchi nel tessere i fili dei rapporti. A chi le faceva notare che forse l'ingaggio percepito dal giocatore fosse già abbastanza ricco da non eccedere nelle pretese rispose in maniera secca: "Nulla di cui vergognarsi. Se avessimo potuto ottenere di più, l'avremmo fatto e accettato. È su queste cifre che si muove l'intero sistema".
In pochi sono in grado di tenerle testa, nemmeno il ricco Paris Saint-Germain è riuscito a spuntarla nel proporre il rinnovo ulteriore al calciatore che a fine stagione potrebbe addirittura lasciare il club a parametro zero. E dove giocherà a partire dal prossimo campionato è azzardo che nessuno può ipotizzare, oltre che un brutto colpo per la Ligue 1 qualora decidesse di trasferirsi in un altro Paese.
Segui i soldi. Secondo quanto rivelato dalla rivista Forbes, finora Mbappé ha guadagnato una somma complessiva di 110 milioni di euro e rotti. In fiume di introiti destinato ad aumentare soprattutto se riuscirà a impugnare anche il Pallone d'Oro, finora sfuggitogli. Dentro e fuori dal campo la ‘pista di carta' può sfaldarsi in mille rivoli oppure incanalarsi in solchi profondi. Quella che fa riferimento alla punta transalpina si divide tra le donazioni fatte in beneficenza e la parcella che la madre pretende in qualità di suo rappresentante.
Anzi il commento a corredo della generosità del figlio spiega bene come il colore dei soldi non ammetta sentimentalismi di sorta. Nemmeno se tagliare i fondi a un istituto che prova a dare un futuro a giovani meno fortunati: "Percepisco la stessa porzione che Kylian devolve annualmente alla fondazione ‘Inspired by KM' – ha ammesso nell'intervista al programma di France 2, Envoyé Spécial. Credo che il 30% sia una percentuale troppo alta… uguale alla mia. Dovessi incassare di meno, allora gli direi: io per te non lavoro. Piuttosto la smetto e me ne vado a godere la pensione alle Maldive".
Il progetto foraggiato da Mbappé aiuta 98 ragazzi dai 9 ai 16 anni che vivono in situazioni di estremo disagio, in particolare quelli delle periferie parigine. L'associazione dona loro quelle certezze che le loro famiglie non sono grado di assicurare: un corso di studi, un'esistenza dignitosa e lontana dai pericoli della strada, l'opportunità di ritagliarsi un pezzo di futuro. A tutto questo la donna vorrebbe dare una sforbiciata.
Quanto al vincolo d'affari che travalica quello tra madre e figlio, presto potrebbe subire uno scossone. Una recente riforma della Fifa ha indicato una strada obbligata e normato in maniera molto chiara il mondo dei rapporti tra agenti e calciatori: chiunque voglia esercitare in questo ambito deve essere regolarmente riconosciuto e iscritto a un albo professionale. La signora Lamari almeno per adesso non rientra in questa lista, sempre che non superi l'esame previsto. Intanto, batte cassa.