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La linea Figc in caso di stop del campionato: Serie A a 20 squadre, ok a retrocessioni e promozioni

La Federcalcio lavora su due tavoli: da una parte si predispone per il ritorno in campo, a costo di dover allungare la stagione fino al 31 agosto, dall’altra inizia a stabilire i criteri da seguire per emettere i verdetti di fine campionato in caso di sospensione definitiva della Serie A. Respinta l’idea di un torneo a 22 squadre il prossimo anno.
A cura di Sergio Chesi
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Sarà una settimana cruciale per le sorti del calcio italiano e quelle del campionato di Serie A. I giorni in cui dal governo potrebbe arrivare lo stop definitivo alla stagione calcistica, un'eventualità a lungo osteggiata dal sistema calcio ma alla quale, ormai, si stanno preparando le stesse società. E in qualche modo anche la Figc, ultimo baluardo a difesa della possibilità di tornare in campo: in un incontro informale svoltosi ieri sono state stabilite le linee guida da seguire per determinare i verdetti dei campionati in caso di chiusura definitiva della stagione. Quel ‘Piano B' che aveva pubblicamente invitato ad elaborare il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, alla luce delle crescenti possibilità di fermare tutto e darsi appuntamento al termine dell'estate.

Resta comunque prioritario, nell'attività federale, il confronto con il comitato tecnico-scientifico del governo sui punti oscuri del protocollo medico sui quali si è arenata la proposta di riprendere gli allenamenti di squadra dal 4 maggio. Come ribadito proprio dal ministro Spadafora, senza intesa sul protocollo – ritenuta improbabile da diversi club di Serie A – il governo decreterà la fine del campionato. La Federcalcio, nell'ottica di guadagnare tempo, ha predisposto il possibile allungamento della data di chiusura della stagione dal 2 al 31 agosto, assicurandosi qualche altra settimana di margine e violando in un certo senso il diktat dell'Uefa, che aveva posto come limite per i campionati il 3 agosto. Ma anche il massimo organismo europeo potrebbe essere costretto a rivedere i propri piani nelle prossime settimane.

Classifica Serie A con la media punti

Come detto, però, sta prendendo forma anche un ‘Piano B'. Quello da seguire nel caso in cui scattasse definitivamente il semaforo rosso per la Serie A e tutti gli altri campionati. Sempre l'Uefa ha indicato alle singole federazioni di emettere comunque dei verdetti anche in caso di stagione non completata. Ne è un esempio la Francia, che ieri ha sancito i verdetti della Ligue 1 2019/20 stilando la classifica finale mediante il criterio della media punti (il rapporto tra i punti realizzati e le partite giocate). Lo stesso approccio che si dovrebbe seguire in Italia, in considerazione del fatto che non tutte le squadre hanno giocato lo stesso numero di gare, con la Figc determinata a far valere retrocessioni e promozioni per mantenere il format del campionato a 20 squadre. La Juventus chiuderebbe al primo posto (ma l'assegnazione dello Scudetto è in dubbio), Lazio, Inter e Atalanta finirebbero in Champions League insieme ai bianconeri, Roma e Napoli sono sicure di un posto in Europa League.

I problemi iniziano dal settimo posto in giù, lì dove sono appaiate Verona e Parma, con il Milan scivolato fuori dall'Europa. Situazione ancora più critica in zona retrocessione: Genoa e Lecce sono al terzultimo posto con identica media punti, con Spal e Brescia a chiudere la classifica. In Serie B il Benevento è nettamente primo, seguito da Crotone e Frosinone, separati da due soli punti. Tra le ipotesi al vaglio c'è sia la possibilità di rispettare il format originario con tre retrocessioni e altrettante promozioni, sia la possibilità di limitarsi a sole due squadre. Uno scenario che aiuterebbe a dribblare lo spinoso caso Genoa-Lecce, che resterebbero in Serie A, ma innescherebbe la rabbia del Frosinone. In qualunque caso, comunque, ricorsi e azioni legali sarebbero inevitabili, data la particolarità della situazione. La Fase 2 del calcio andrà in scena in tribunale.

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