La lezione di tattica di Pioli ad Allegri: in un minuto spiega come l’ha incartato
Un minuto. Il tempo di chiarire in diretta TV perché aveva scelto una determinata mossa tattica. La spiegazione su come è riuscito a incartare Massimiliano Allegri e la Juventus è tutta nelle parole che Stefano Pioli dedica alla mossa Brahim Diaz. Lo ha spostato in posizione più esterna rispetto al ruolo di trequartista. Ne ha sfruttato la velocità e il cambio di passo. Lo ha rigenerato per fare di necessità virtù ("ci mancavano giocatori Messias e Saelemaekers che hanno un certo piede", rivelerà a caldo). Lo ha trasformato in omologo di Leao (ma sulla destra) e con licenza di affondare il colpo appena possibile (micidiale il contropiede sul raddoppio).
Mancava ancora una cosa perché il piano potesse funzionare e la trappola scattasse: lasciare che alle spalle della punta (Giroud) ci fosse un calciatore "più fisico e di sostanza" (ha svelato il tecnico rossonero a DAZN) come Pobega affiancato da Tonali. Sull'altro fronte Allegri non è mai riuscito a ribaltare la trama dell'incontro: a parte una decina di minuti di buona volontà iniziali, è svanita alla distanza ed è stata risucchiata in quel gorgo creato dal movimento del centrocampista.
A lui Pioli aveva dato consegne precise: fare il terzo in mediana in fase di non possesso e alzarsi dietro l'attaccante francese quando ad avere la sfera erano i rossoneri. Un lavoro oscuro ma redditizio. "Brahim è un grande. Come tutti vuole sempre giocare, deve essere bravo a sfruttare tutte le occasioni come sta facendo. Anche se non è felicissimo delle mie scelte".
Imbeccato da Ambrosini (che dalla postazione a San Siro ha introdotto l'argomento puntando l'attenzione proprio sull'idea messa in pratica contro i bianconeri) il tecnico del Milan ha alzato il velo su quanto aveva studiato: "Volevo più uno contro uno sugli esterni con Diaz e Leao e al tempo stesso un po’ più di sostanza in mezzo al campo per impedire alla Juventus di palleggiare con Locatelli, Cuadrado, McKennie. Ha funzionato, abbiamo tenuto bene il campo".
Brahim è stato il pezzo che sulla scacchiera ha fatto saltare la Juve ma è nel complesso che Pioli si attendeva una risposta positiva dopo la sconfitta in Champions contro il Chelsea. "Siamo stati squadra – ha aggiunto -. A Londra ci siamo disuniti e abbiamo commesso troppi errori. Dobbiamo fare così in tutte le gare".
Ultima riflessione dedicata a De Ketelaere subentrato nella ripresa. Pioli spiega perché non ha optato per il belga preferendo puntare sull'ex Real. "Per me a destra non si esaltano le sue qualità. Diaz può farlo meglio l'esterno a destra, mentre De Ketelaere secondo me fa meglio dentro al campo. Charles ha qualità, ma per lui è cambiato tutto… allenatore, ambiente, modo di vivere e di stare in campo. Gli va dato il tempo per crescere".