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La lezione di tattica di Pioli ad Allegri: in un minuto spiega come l’ha incartato

La mossa scelta da Pioli s’è rivelata decisiva per dare equilibrio al Milan e bloccare la Juve. La posizione e le consegne date a Pobega (supportato da Tonali) avevano un senso preciso, il tecnico lo ha spiegato nelle interviste.
A cura di Maurizio De Santis
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Stefano Pioli spiega il piano tattico con il quale ha imbrigliato Allegri e battuto la Juventus.
Stefano Pioli spiega il piano tattico con il quale ha imbrigliato Allegri e battuto la Juventus.

Un minuto. Il tempo di chiarire in diretta TV perché aveva scelto una determinata mossa tattica. La spiegazione su come è riuscito a incartare Massimiliano Allegri e la Juventus è tutta nelle parole che Stefano Pioli dedica alla mossa Brahim Diaz. Lo ha spostato in posizione più esterna rispetto al ruolo di trequartista. Ne ha sfruttato la velocità e il cambio di passo. Lo ha rigenerato per fare di necessità virtù ("ci mancavano giocatori Messias e Saelemaekers che hanno un certo piede", rivelerà a caldo). Lo ha trasformato in omologo di Leao (ma sulla destra) e con licenza di affondare il colpo appena possibile (micidiale il contropiede sul raddoppio).

Mancava ancora una cosa perché il piano potesse funzionare e la trappola scattasse: lasciare che alle spalle della punta (Giroud) ci fosse un calciatore "più fisico e di sostanza" (ha svelato il tecnico rossonero a DAZN) come Pobega affiancato da Tonali. Sull'altro fronte Allegri non è mai riuscito a ribaltare la trama dell'incontro: a parte una decina di minuti di buona volontà iniziali, è svanita alla distanza ed è stata risucchiata in quel gorgo creato dal movimento del centrocampista.

A lui Pioli aveva dato consegne precise: fare il terzo in mediana in fase di non possesso e alzarsi dietro l'attaccante francese quando ad avere la sfera erano i rossoneri. Un lavoro oscuro ma redditizio. "Brahim è un grande. Come tutti vuole sempre giocare, deve essere bravo a sfruttare tutte le occasioni come sta facendo. Anche se non è felicissimo delle mie scelte".

Le posizioni medie dei calciatori del Milan nel primo tempo con la Juve: il numero 32 è Pobega a cui fa riferimento Pioli.
Le posizioni medie dei calciatori del Milan nel primo tempo con la Juve: il numero 32 è Pobega a cui fa riferimento Pioli.

Imbeccato da Ambrosini (che dalla postazione a San Siro ha introdotto l'argomento puntando l'attenzione proprio sull'idea messa in pratica contro i bianconeri) il tecnico del Milan ha alzato il velo su quanto aveva studiato: "Volevo più uno contro uno sugli esterni con Diaz e Leao e al tempo stesso un po’ più di sostanza in mezzo al campo per impedire alla Juventus di palleggiare con Locatelli, Cuadrado, McKennie. Ha funzionato, abbiamo tenuto bene il campo".

La riflessione di Ambrosi a DAZN offre a Pioli la possibilità di spiegare il tema tattico scelto per Milan-Juventus.
La riflessione di Ambrosi a DAZN offre a Pioli la possibilità di spiegare il tema tattico scelto per Milan-Juventus.

Brahim è stato il pezzo che sulla scacchiera ha fatto saltare la Juve ma è nel complesso che Pioli si attendeva una risposta positiva dopo la sconfitta in Champions contro il Chelsea. "Siamo stati squadra – ha aggiunto -. A Londra ci siamo disuniti e abbiamo commesso troppi errori. Dobbiamo fare così in tutte le gare".

Ultima riflessione dedicata a De Ketelaere subentrato nella ripresa. Pioli spiega perché non ha optato per il belga preferendo puntare sull'ex Real. "Per me a destra non si esaltano le sue qualità. Diaz può farlo meglio l'esterno a destra, mentre De Ketelaere secondo me fa meglio dentro al campo. Charles ha qualità, ma per lui è cambiato tutto… allenatore, ambiente, modo di vivere e di stare in campo. Gli va dato il tempo per crescere".

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