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La lezione di pragmatismo di Allegri nella risposta a De Zerbi: “Non mi fate dire che è semplice”

Massimiliano Allegri dopo Empoli-Juventus ha parlato anche del suo nuovo lavoro in bianconero dopo l’arrivo di Magnanelli. Nelle sue parole un riferimento ad Allegri.
A cura di Marco Beltrami
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Massimiliano Allegri ha sfruttato l'intervista post-partita di Empoli-Juventus per parlare di come è cambiato in questa stagione il lavoro dello staff bianconero. Partendo dalla soddisfazione per la prestazione difensiva dei suoi capaci di vincere 2-0, e sottolineando la necessità di essere più incisivi in avanti, Max si è soffermato anche su quello che chiede ai suoi ragazzi. Le cose sono cambiate rispetto al recente passato, per una Juventus più giovane.

In questo scenario l'inserimento di Magnanelli, è stato perfetto per Allegri che ha spiegato: "Francesco l'ho allenato e l'ho voluto nel nostro staff perché dà energia ed è bravo. Sono contento del suo arrivo come di tutti quelli dello staff". Per questo giusto ripercorrere gli ultimi anni, e tracciare la rotta spiegando il senso del suo lavoro: "Veniamo da 14 anni in qui qualche partita l'abbiamo vinta. Sono fortunato a scegliere dei buoni collaboratori che devono essere più bravi dell'allenatore. Non è che abbiamo cambiato, abbiamo più tempo per lavorare e una squadra diversa".

Un'occasione per parlare anche della sua filosofia, rispondendo a distanza anche a De Zerbi che si era mostrato in disaccordo sulla facilità del calcio professata da Max.In quell'occasione l'attuale tecnico del Brighton dichiarò alla Gazzetta: "Non condivido. Non può essere una cosa semplice quando si affrontano 22 uomini, con tutte le variabili del caso. Soprattutto, non penso che solo chi vince possa parlare. Credo che il risultato sia l’ultima cosa… Se perdo mi girano i co…..i, ma il risultato non giustifica tutto. Ho dato la mia vita per il calcio, se mi fermassi solo al risultato, a un rigore dentro o fuori. mi sentirei una m…a. Io voglio vincere con il mio stile. Lo stile è quello che sei in quello che fa".

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Queste le parole dell'allenatore della Juventus: "L'intelligenza degli allenatori è capire la squadra a disposizione: se hai una pistola non puoi fare la guerra contro i carri armati. Da questo dipende come lavorare. Magari quest'anno abbiamo più giovani, con meno esperienza e qui bisogna correre. È molto… non dico che è molto semplice sennò dicono ‘che fare l'allenatore è semplice', ricordate che le cose semplici sono le più difficili".

Mettendo da parte le proprie idee l'importante è avere le idee chiare. Dove può arrivare la Juventus? Allegri anche in questo caso idee chiarissime. "Non possiamo fare altro, l'anno scorso eravamo arrivati terzi, c'è solo da migliorare con una squadra che è cresciuta, l'età si è abbassata e ci vuole pazienza. Ci sono squadre più attrezzate, come Inter, Napoli e Milan che devono vincere lo scudetto, noi dobbiamo arrivare nelle prime quattro e stare attaccati a loro. Noi facciamo un passetto alla volta e non dobbiamo perdere le caratteristiche di squadra. Essere a due punti dalla vetta è già una soddisfazione".

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