Le parole di Paolo Maldini sono una lezione di stile. Chissà se Gianluigi Donnarumma ne ha capito (o ne capirà) il reale significato andando un po' oltre "faccio quel che dice Raiola" ribadito più volte, in occasione del tormentone su rinnovo sì/rinnovo no che ne ha accompagnato l'ultima esperienza in rossonero. Le strade del portiere e del Milan si separano: va via a costo zero (nelle casse della società entra nulla), dopo aver rifiutato un'ottima offerta economica che il club gli ha fatto pesando parametri finanziari di bilancio da rispettare e la giusta soddisfazione da riservare al calciatore.
Otto milioni netti a stagione e una clausola liberatoria possibile (20 milioni) in caso di mancata qualificazione in Champions non sono bastati. Il suo agente, Mino Raiola, ne chiedeva di più (10/12) aggiungendo anche un importo in commissioni molto ricco. Dinanzi alla proposta indecente il club e il dirigente hanno detto no, mettendo fine anche a quel rituale spesso apparso artefatto di baci alla maglia e allo stemma, dichiarazioni d'amore nei confronti della società, lacrime in campo e gesti verso i tifosi che significano nulla se la morale è "faccio quel che dice Raiola".
Chi si aspettava che il Milan avrebbe messo alla porta (quella d'uscita) Donnarumma, prestando il fianco a polemiche o lasciando strascichi di veleno, si sbagliava. Anzi, l'intervento al canale tematico su Twitch e la sfumature delle parole usate dall'ex calciatore, oggi dirigente di riferimento, sono altrettanto forti nonostante l'eleganza dei toni.
Il messaggio che trasmette è molto semplice ma efficace e scandisce quattro concetti essenziali, che riconciliano con le buone maniere spesso messe in secondo piano dalla logica del business: il bene della società viene prima di ogni cosa; i colori di una squadra non si barattano con le individualità (tantomeno con richieste esose degli agenti); nessun giudizio morale sulla voglia e l'opportunità di guadagnare di più altrove, ovunque sia (la Juve è sulle sue tracce), ma così non puoi essere dei nostri; grazie di tutto e arrivederci (da avversari) conservando rispetto reciproco.
Credo che si debba ringraziare tutti i calciatori che hanno fatto questa stagione incredibile – ha ammesso Maldini -. Gigio è stato leader e spesso capitano. La gente fa fatica a capire cosa voglia dire fare il professionista, che deve essere pronto a cambiare casacca. So che questa è una cosa che è difficile da accettare, è sempre più difficile trovare carriere che iniziano in un posto e finiscono in quel posto lì. Bisogna avere rispetto per chi ha dato tanto al Milan, Gigio l'ha fatto, non ci ha mai mancato di rispetto. Le strade si dividono, non posso che augurare il meglio a un ragazzo sensibile come lui.
Auguri, Donnarumma. Continui pure a fare "quel che mi dice Raiola". In fondo le conviene. Magari un giorno frugando nella sua giacca scoprirà che dietro il portafoglio un cuore ancora c'è.