La Lazio vince all’italiana contro il “miglior” Napoli di Gattuso
Il Napoli più equilibrato della gestione Gattuso perde 1-0 all'Olimpico contro la Lazio dei record. I biancocelesti festeggiano al meglio i 120 anni di storia, con la decima vittoria di fila, traguardo che non avevano ancora mai raggiunto in serie A: si erano fermati a nove nel 1998-99. Il Napoli, condannato da un errore clamoroso di Ospina, perde quando si scopre, quando prova a vincerla.
La Lazio chiude con quasila metà dei passaggi, 342 contro 659. Con meno appoggi nella trequarti offensiva, 84 a 109, e due soli scambi riusciti in più in area. A parità di occasioni create, 9 per parte, la differenza la fa un cattivo retropassaggio, una papera di Ospina che non rilancia ma tenta di dribblare Immobile. E' la tentazione a far girare palla da dietro, evidente nei 71 palloni che scambiano Di Lorenzo e Mario Rui, a condannare il Napoli. Un buon Napoli, che ha di fatto consegnato la regia a Fabian Ruiz e ha riscoperto Insigne, ma ha perso Callejon, decisamente fuori partita. La Lazio ha aspettato, pressato basso, e sfruttato Milinkovic-Savic e Luis Alberto per andare negli spazi di mezzo facendo saltare le non perfette coperture preventive del Napoli.
Le formazioni: Di Lorenzo ancora centrale
Di Lorenzo gioca ancora da difensore centrale, preferito a Luperto come la scorsa settimana contro l'Inter. Un ruolo che aveva già occupato in passato con la Reggina e l'Empoli in Lega Pro e in Serie B.
Il 3-5-2 della Lazio è studiato per tenere i tre centrali alti, in modo da togliere profondità all'attacco del Napoli. La squadra di Gattuso mantiene la tendenza ad attaccare da sinistra e ribaltare poi il gioco. In queste situazioni è bravo Zielinski a giocare tra le linee sul lato opposto rispetto allo sviluppo del'azione quando il Napoli sale, e questo porta alla creazione della prima situazione di pericolo per la Lazio con la conclusione respinta di Milik.
La Lazio cerca spazi sulle fasce dietro il centrocampo
Inzaghi tiene Lazzari più alto e Lulic più coperto per andare eventualmente a scalare dietro a protezione della difesa. Il Napoli, infatti, è la squadra che in percentuale recupera più palloni nella metà campo avversaria in questo campionato (33%): 350 sui 1075 recuperi totali prima della partita.
Per questo, Inzaghi chiede pressing alto e ribaltamento rapido dell'azione alle spalle del centrocampo del Napoli, negli spazi di mezzo, chiaramente coinvolgendo le due mezzali creative, Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Ed è proprio la zona del serbo quella in cui il Napoli rischia di essere più vulnerabile. Non solo per la posizione di Lazzari, ma per l'effetto combinato della posizione sua e di Milinkovic-Savic che mettono sotto evidente pressione Insigne, costretto costantemente a ripiegare se la squadra non conserva il pallino del gioco sulla trequarti.
Il Napoli tiene di più il pallone, ma incide meno
La Lazio prova a stanare gli avversari, a giocare d'astuzia. Lascia che i difensori azzurri possano impostare l'azione da dietro quasi senza essere pressati. Ma i centrocampisti chiudono le linee di passaggio, così la linea arretrata del Napoli deve alzarsi per far scorrere il pallone. In questo modo, l'imbucata per Immobile o Caicedo, una volta riconquistato il possesso, diventa un'opzione con maggiori possibilità di riuscita.
Le punte della Lazio si tengono strette in fase di non possesso, così da schermare le linee di passaggio verso Fabian Ruiz. Ma la squadra di Inzaghi gioca a ritmo basso e, a parte un paio di fiammate nel finale di primo tempo, non crea grandi occasioni.
Tira comunque di più, 7 conclusioni a 3 (3-0 nello specchio), mostrando gli effetti di un calcio rapido e verticale. Il Napoli fa girare di più il pallone nel primo tempo, 278 passaggi a 215: spiccano Di Lorenzo (47 completati), Mario Rui (46) e Manolas (41), gli unici che superano quota 40 all'intervallo. Ma la Lazio completa quasi il triplo degli appoggi nella trequarti offensiva, 65 a 23, e sei contro nessuno in area di rigore. I cinque anticipi dei biancocelesti, di cui due di Lucas Leiva, contribuiscono a mantenere l'equilibrio alla fine del primo tempo.
Il Napoli fa la partita nel secondo tempo
La partita prende ritmo in avvio di secondo tempo. Il Napoli deve scoprirsi, e in fondo è quello che vuole anche la Lazio in modo da colpire in contropiede con le progressioni di Luis Alberto, miglior assist-man del campionato, e i movimenti a ventaglio dei due attaccanti che si aprono per allontanare i due centrali avversari. Immobile, quarto per media di palloni toccati in area in Serie A, si piazza fra le linee in fase di non possesso.
Il Napoli si distende anche sfruttando l'intesa tra Zielinski e Milik, che dialogano bene anche in velocità. Ma la squadra di Inzaghi, che vince più duelli difensivi ogni novanta minuti rispetto agli avversari, non consente combinazioni veloci negli spazi.
Rimane più alto Milinkovic-Savic, il più preciso in campionato nell'esecuzione dei passaggi filtranti, fondamentale in una squadra che attacca la profondità con la decisione e la costanza della Lazio. L'ingresso di Cataldi per Caicedo non fa che incentivare questo schema con il serbo che diventa un trequartista aggiunto dietro Immobile.
La regia di Fabian Ruiz
Gattuso chiede a Fabian Ruiz di far girare il pallone con più velocità, al massimo a due tocchi. La partita cambia tono. Il Napoli si tiene più alto, la difesa della Lazio non aggredisce e Zielinski può concludere a giro sul palo. Un colpo a sorpresa del polacco, bravo a posizionarsi con il corpo in area sull'appoggio corto di Zielinski.
La prudenza difensiva della Lazio non paga. Il doppio passo di Insigne fra le linee lo porta a tagliare il campo in diagonale a un quarto d'ora dalla fine, scombinando le coperture preventive della difesa di Inzaghi, per andare a calciare di destro in diagonale (parata di Strakosha). Una situazione che evidenzia anche le difficoltà di Callejon, decisamente poco incisivo sulla fascia destra, sostituito al minuto 87 con Elmas.
Il gol di Immobile
La partita si sblocca su una successione di errori individuali difficilmente spiegabili del Napoli, anche perché arrivano "in zona Lazio", ovvero dall'80' in poi. Come contro l'Inter, la squadra di Gattuso costruisce le sue stesse sfortune. Stavolta basta un retropassaggio di Hysaj per mandare in crisi tutta la fase difensiva. Il resto, ed è pesante, ce lo mette Ospina che invece di rilanciare la tiene e azzarda il dribbling su Immobile che ringrazia, gira a porta vuota e rende vano il tentativo di recupero sulla linea di Di Lorenzo. E' la fine delle speranze azzurre.