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La Lazio fa a pezzi il Milan all’Olimpico. Napoli gongola, +12 in fuga scudetto

La Lazio schianta il Milan vincendo 4-0. La squadra di Sarri sale a 37 punti, agganciando Inter e Roma in zona Champions. Rossoneri distrutti, restano secondi ma la squadra di Spalletti ora è lontana anni luce.
A cura di Maurizio De Santis
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La Lazio si aggrappa alle sue certezze e vince nettamente (4-0), il Milan deve averle smarrite chissà dove, frana all'Olimpico, è a -12 dal Napoli in fuga scudetto, sente il fiato sul collo di biancocelesti, Inter e Roma (a -1 tra 3° e 5° posto, in piena ammucchiata Champions) e dell'Atalanta in agguato (-3). La squadra di Maurizio Sarri sa cosa fare ed è in palla, quella di Stefano Pioli non lo ricorda più. L'aquila vola e fa quel che le pare del ‘diavolo' che in mezzo al campo non c'è e ancora una volta fa i conti con un primo tempo tremendo.

Lazio straripante. Disegna azioni, tiene palla e verticalizza, dà la sensazione che da un momento all'altro possa affondare il colpo e far male, avanza ma resta compatta, scherma gli attacchi (velleitari) degli avversari, non risente dell'assenza di Ciro Immobile perché là davanti il déjà vu del "falso nove" con Zaccagni basta e avanza (divenne bomber vero anche Mertens all'epoca del comandante azzurro) per creare sfracelli nella difesa rossonera. Un gol e un assist per l'ex calciatore del Verona, il terzo consecutivo dopo Empoli e Sassuolo.

L'urlo di Milinkovic-Savic dopo la rete dell'1-0 segnata contro i rossoneri.
L'urlo di Milinkovic-Savic dopo la rete dell'1-0 segnata contro i rossoneri.

Uno-due, il Milan rischia il ko già nella prima frazione. Lo sviluppo delle azioni che portano i biancocelesti sul doppio vantaggio spiega bene qual è stato il senso del match e, più ancora, le difficoltà in cui si dibattono in campioni d'Italia. A Zaccagni non sembra vero: ha dinanzi a sé metri di campo e nessuno che sia in grado di rifilargli almeno un pestone, il cross basso che mette al centro è una rasoiata velenosa. Luis Alberto la lascia passare e quel velo manda in bambola quel che resta dei centrali milanisti. Milinkovic-Savic ringrazia e fa esplodere l'Olimpico.

Si aspetta la reazione d'orgoglio ma la squadra di Pioli è stordita, dall'angolo non riuscirà mai a uscire. E quando lo farà prenderà altre sberle. La seconda (pesante) gliela rifila Zaccagni (ancora lui) anche se in maniera abbastanza fortunosa. Però è lì e fa quel che deve quando il tiro di Marusic (innescato da Pedro) sbatte sul palo e carambola verso il centro dell'area. Tap-in e Zac… il Milan è in ginocchio, Dest (che nell'occasione è stato preso alle spalle) non ha capito cosa è successo.

Felipe Anderson abbraccia Zaccagni, autore del raddoppio contro il Milan.
Felipe Anderson abbraccia Zaccagni, autore del raddoppio contro il Milan.

Finita? No. La Lazio va vicina al 3-0: Pedro ci mette lo zampino, se ne va sulla sinistra dell'area e lascia partire un suggerimento (quasi) perfetto ma Felipe Anderson non ci arriva per un soffio. Che botta, lo dicono anche i numeri: il primo tiro verso la porta biancoceleste si vede solo a inizio secondo tempo, per il resto ha fatto solo il solletico alla difesa capitolina. Giroud è in mezzo al deserto, Brahim Diaz non trova spazio, Leao è poco furioso, Messias si arrangia. È notte fonda: Tomori si fa male e lascia il posto a Kjaer, Bennacer prende un giallo fatale (diffidato, salta il Sassuolo), Calabria alza bandiera bianca.

Il calcio di rigore concesso alla Lazio per fallo su Pedro di Kalulu.
Il calcio di rigore concesso alla Lazio per fallo su Pedro di Kalulu.

Pioli cambia tutto quel che può, ne tira fuori 3: Origi dentro per Giroud, Saelemaekers per Messias (il belga crea un po' d'ansia provando ad accendere Leao), De Ketelaere per Diaz. Al francese che si avvia lemme lemme fuori fa anche un rimbrotto: "Stiamo perdendo… muoviti".

È la fotografia del Milan, confuso e infelice, che finirà al tappeto poco dopo quando, su un errore in disimpegno, si farà trovare piazzato male, sorpreso, sbilanciato e disordinato sul lunghissimo lancio in profondità per Felipe Anderson sulla sinistra. Tatarusanu tentenna e non esce, accenna a muoversi e ci ripensa. Kjaer si piazza davanti al brasiliano ma lo lascia ragionare, ha il tempo di vedere il taglio di Pedro a centro area e dargli palla. Kalulu arriva come un treno e lo travolge. Di Bello ci pensa un attimo poi dà rigore. Luis Alberto lo ricama.

Il tiro dal dischetto di Luis Alberto che fissa il risultato sul 4-0.
Il tiro dal dischetto di Luis Alberto che fissa il risultato sul 4-0.

Il tonfo è fragoroso. Il Milan è disorientato, spazzato via. È sulle gambe e nemmeno più l'orgoglio lo aiuta a reagire. Non ci crede, non ce la fa. E prende anche il quarto ceffone sul muso. Barcolla e finisce a terra. Zaccagni attacca sulla sinistra e serve Luis Alberto, assist tra le linee per Felipe Anderson e poker calato. La Lazio sogna la Champions e tiene d'occhio il Napoli. Il Milan sente la terra sotto i piedi tremare.

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