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La Juventus salva Allegri ma trova il colpevole: è nascosto nel suo cerchio magico

La situazione preoccupante della Juventus ha spinto la società a trovare soluzioni interne, apportando correzioni nello staff che ruota intorno al tecnico. Allegri per adesso è salvo ma sa di avere una fiducia a termine.
A cura di Maurizio De Santis
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Il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, e Simone Folletti, preparatore atletico e fedelissimo del tecnico livornese.
Il tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, e Simone Folletti, preparatore atletico e fedelissimo del tecnico livornese.

Salvare il salvabile, che non significa salvare anche Massimiliano Allegri. Per adesso resta in panchina, la Juventus gli ha concesso l'opportunità di invertire la tendenza sia per una serie di attenuanti (le assenze di calciatori importanti come Pogba e Chiesa, con Di Maria rientrato da poco) sia perché, facendo due conti in tasca, sarebbe costato troppo mandarlo via ora. La battuta ironica di Arrivabene in risposta a un tifoso ("lo paghi tu il prossimo allenatore?") spiega bene quale sia lo stato d'animo: il cuore, l'animo e il sangue che ribolle (la sfuriata di Pavel Nedved nello spogliatoio è un segnale tangibile) per il brutto inizio di stagione suggeriscono una cosa, la ragione ne dice un'altra.

Fino a quando potrà andare avanti questa situazione? Un mese di tempo o poco più. I conti si faranno al momento della pausa per i Mondiali, dopo la fase a gironi della Coppa. O anche prima, qualora le crepe si trasformassero in crollo e la squadra precipitasse in classifica. La mancata qualificazione agli ottavi sarebbe già una botta tremenda e il secondo stop nel girone ha complicato i piani. Trovarsi addirittura con un gap maggiore rispetto alle prime quattro, mettendo addirittura in pericolo la partecipazione alla prossima edizione della Champions, sarebbe esiziale per l'allenatore.

La sequenza di infortuni e la preparazione atletica hanno indotto la Juventus ad apportare correzioni nello staff di collaboratori di Allegri.
La sequenza di infortuni e la preparazione atletica hanno indotto la Juventus ad apportare correzioni nello staff di collaboratori di Allegri.

Chi avrebbe mai pensato che perfino la partita contro il Monza neo-promosso, ultimo con appena 1 punto in 6 giornate, sarebbe stata attesa con tanta ansia da risultato? Quanto a quella da prestazione, si è deciso di intervenire correggendo qualcosa nello staff di Allegri per le palesi difficoltà mostrate dalla squadra apparsa poco brillante, sotto ritmo, carente quanto a intensità agonistica e soprattutto così fragile da subire la fisicità l'avversario che ha un altro passo. Il campanello d'allarme era scattato già contro Fiorentina e Salernitana in campionato ma il blackout col Benfica ha scosso da dentro il mondo Juve. E lo Stadium non è più un fortino inespugnabile.

Com'è possibile che i bianconeri facciano così fatica a reggere il confronto? La Juventus, scottata anche dalla sequenza di infortuni (16 in 2 mesi), ne ha chiesto conto al preparatore, Simone Folletti (fedelissimo di Allegri) e i suoi collaboratori. La condizione preoccupante del gruppo (evidenziata da Tuttosport), il rendimento altalenante all'interno di uno stesso incontro, l'evidenza delle pecche fisiche nei match (il gruppo sembra accendersi a sprazzi, sgonfiarsi alla distanza) hanno spinto la società a occuparsi anzitutto dell'aspetto atletico e mentale. Capire anzitutto perché a un certo punto i calciatori sembrano imballati, spenti.

Per capire cosa accade alla Juve e trovare subito una soluzione, il club ha dato a Giovanni Andreini maggiore potere per migliorare le prestazioni della squadra.
Per capire cosa accade alla Juve e trovare subito una soluzione, il club ha dato a Giovanni Andreini maggiore potere per migliorare le prestazioni della squadra.

Qual è la soluzione? Ha un nome, è Giovanni Andreini (ex collaboratore di Roberto Donadoni) che dalla scorsa estate nei quadri tecnici riveste il ruolo di supervisore, una figura di raccordo tra le varie anime dello staff che ruotano intorno alla prima squadra (da quella atletica fino a quella medica).

A lui la Juventus ha deciso di dare un potere maggiore (ne parla Repubblica) con il compito di analizzare la situazione e spiegare cosa non va agendo subito, fino a diventare più influente nelle gerarchie e nelle decisioni da prendere per migliorare le prestazioni della squadra. Per adesso è questa la mossa scaturita dalla ragione e Allegri sa che se non cambia registro non gli basterà più trincerarsi dietro la protezione del cerchio magico e la ‘semplicità' del suo calcio.

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