La Juventus rischia scenari apocalittici: può essere coinvolta in altri due processi
Con la riapertura del processo sportivo per il caso plusvalenze, voluto dalla Corte d'Appello federale, per la Juventus è iniziata una nuova partita lontano dal campo. Che potrebbe svilupparsi in due nuovi filoni d'inchiesta che potrebbero essere riaperti e che vedrebbero il club bianconero di nuovo protagonista sul banco degli imputati su un totale di tre fronti differenti. Dopo la stangata per il club bianconero sul fronte sportivo con 15 punti di penalizzazione e la richiesta di pesanti inibizioni per i dirigenti, ora ci sono altre due date da tenere sott'occhio.
La Corte d'Appello ha accolto nella giornata di venerdì 20 gennaio la richiesta della Procura della Figc e ha così riaperto il capitolo sulle plusvalenze che la scorsa primavera si era concluso con il proscioglimento dei bianconeri e di tutti gli altri club coinvolti. Le nuove prove sono state ritenute sufficienti per un nuovo processo sportivo al quale potrebbero unirsi altri due: uno relativo alla manovra stipendi, l'altro ancora sulle plusvalenze ma con elementi nuovi che poco prima di Natale hanno permesso alla Procura di aprire un nuovo filone.
Ben prima della fine di febbraio, così, si saprà se oltre all'attuale tsunami la Juventus verrà coinvolta nel vortice di altri due filoni d'inchiesta: entro la fine di questo mese di gennaio infatti, la Procura dovrà decidere se richiedere un processo nei confronti del club bianconero per la cosiddetta "manovra stipendi". Poi, entro il 22 febbraio 2023, potrà anche richiedere il processo per il secondo filone riguardante le plusvalenze, emerse già nella inchiesta "Prisma" che si nutrirebbe di nuovi elementi.
Per quanto riguarda la "manovra stipendi", il rischio reale è quello del falso in bilancio ma la Procura deve ancora accertare se nel caso Juve vi sia stato davvero illecito oppure no. La situazione è delicatissima perché nei precedenti sportivi si è arrivati a punti di penalizzazione in classifica per altri club che avevano gestito la situazione per ottenere l'iscrizione al campionato, altrimenti impossibile.
Per la Juventus si dovrà valutare se sia stata percorsa una strada simile, attraverso gli accordi tra il club e i propri calciatori, per la gestione del taglio degli stipendi, avvenuta nel pieno della pandemia. Per questo presunto illecito bisogna far riferimento all'articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva della Figc e se il falso in bilancio portasse all'iscrizione "a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa", allora le sanzioni sono quelle previste dall’art. 8, che vanno dalla penalizzazione alla retrocessione e alla revoca dei titoli.
In aggiunta a ciò, pende sul capo bianconero anche un'altra decisione della Procura federale, arrivata poco prima di Natale, per avere aperto un altro filone sulle plusvalenze – che non erano note al momento del primo processo sportivo. Al momento vi è massimo riserbo sugli elementi ma è pur certo che il focus accusatorio si concentrerà su alcuni scambi nello specifico che richiederanno ulteriori spiegazioni. Dunque potrebbero finire al centro del nuovo filone le analisi sulla trattativa Pellegrini/Spinazzola con la Roma (risalente a luglio 2019 con 25 di plusvalenza a vantaggio della Juventus), operazione su cui c'è già una intercettazione di Cherubini. Poi, lo scambio Caldara-Bonucci (del 2 agosto 2018 con una plusvalenza pro Juve di 21,5 milioni) avvenuto con il Milan.
Ma oltre a queste due trattative, è proprio la rete di rapporti con altri club, finora non tutti coinvolti nel processo sportivo fino a questo punto svolto, a essere sotto verifica della Procura: si vuole di capire fino in fondo la reale partnership con altre società (si parla principalmente di 4 club, Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese) e i gangli di intreccio con la Juve, considerata il centro focale della possibile struttura illecita e per questo maggiormente punita dalla Procura.