La Juventus offre un contratto a Muratore dopo l’addio a calcio a 26 anni per colpa di un tumore
La Juventus non lascia solo Simone Muratore: gli ha proposto un contratto da collaboratore tecnico nel settore giovanile. A 26 anni l'ex centrocampista ha annunciato di aver chiuso con il calcio giocato dopo essere stato costretto ad appendere le scarpette al chiodo per colpa di un tumore. Continuerà a vedere il campo da gioco ma da una prospettiva differente, restando nella grande famiglia bianconera dov'è cresciuto. Si è ritirato, è finita. Non aveva scelta. "Ci ho provato fino alla fine", ha scritto nel lungo messaggio su Instagram con il quale ha messo un punto alla carriera di giocatore.
Tre anni fa ha scoperto di avere un cancro al cervello (dal quale è guarito): quando gli diagnosticarono il neurocitoma al ventricolo sinistro la vita cambiò di colpo e spazzò via tutti le ambizioni del ragazzo che nel 2019 esordì in Champions League (un minuto contro il Bayer Leverkusen che sembrò un'eternità per la gioia provata): Maurizio Sarri lo aggregò al resto della squadra per la trasferta in Germania e al 92° gli spalancò il mondo dei sogni inserendolo al posto di Cuadrado.
Muratore toccò cielo con un dito e l'anno dopo – quello della pandemia da Covid che ha sconvolto il mondo intero – si tolse anche la soddisfazione di debuttare in Serie A dopo qualche convocazione (ma restando in panchina): lo fece contro il Lecce subentrando a Bernardeschi, fu la prima di 4 presenze complessive in quella stagione travagliata per il contesto ambientale ma terminata con la conquista dello scudetto.
L'ultima volta che ha provato l'ebbrezza di una partita è stata il 10 ottobre 2021, con il Tondela in Portogallo, dove si trovava in prestito dall'Atalanta. Adesso, 1.830 giorni dopo, è il momento di chiudere un capitolo importante della vita. "Ho avuto la fortuna di giocare con giocatori straordinari, fuoriclasse, dentro al campo ma soprattutto fuori dal campo, e questo non me lo toglierà mai nessuno – ha scritto nel post condiviso sui sociale -. Sono grato a tutto quello che ho fatto e conquistato dentro a quel rettangolo verde, insieme ai miei compagni, diventati poi miei amici. Sono stati anni magnifici, il campo, lo spogliatoio, la passione , sono cose difficili anche da spiegare se non le provi in prima persona".
È il momento di cominciare daccapo dopo aver rischiato di perdere tutto, temendo la morte e soffrendo anche per il dolore dei suoi cari. "Ho dovuto reimparare a parlare bene, camminare, a correre, scrivere, leggere, contare, era come se fossi tornato un bambino e ho dovuto ricominciare tutto da capo, dal giorno 0".
La Juve non lo ha mollato allora (quando lasciò che si allenasse a Vinovo) né lo mollerà ora (come spiegato dalla Gazzetta dello Sport), le persone più importanti e che gli hanno voluto sempre bene saranno sempre accanto a lui che ha appreso una delle lezioni più crude e belle al tempo stesso che la vita di può dare. "Impari a dare importanza alle cose quando sei a un passo dal portele perdere". E per questo "la vita è un dono meraviglioso".