La Juventus in mano a Bonucci e Chiellini: la svolta domenica mattina alla Continassa
Dopo le due sconfitte consecutive contro Sassuolo e Verona, la Juventus ha deciso di adottare la vecchia ricetta di un calcio di altri tempi per uscire dalla crisi: tutti in ritiro, lontano dalle proprie famiglie, per ritrovare se stessi ma soprattutto per recuperare il bandolo di una matassa tecnica e tattica che appare aggrovigliata ai limiti dell'incomprensibile. Se neanche un uomo navigato a tutte le situazioni come Massimiliano Allegri, cui si riconosce in primis la capacità di gestire senza drammi il mutevole universo del pallone, sembra capace di rimettere in carreggiata una squadra che appare senza né capo né coda, in casa bianconera è davvero arrivato il momento di far suonare tutti gli allarmi.
E poiché la posizione del tecnico non è in discussione – né può esserlo in primo luogo per il ricco contratto pluriennale fattogli firmare pochi mesi fa – ecco dunque la necessità di fare comunque qualcosa, andando in ritiro fino a sabato prossimo, quando a Torino arriverà la Fiorentina, con in mezzo il match di Champions di domani contro lo Zenit. Un ritiro che non è punitivo, viene fatto trapelare, ed in tal senso viene fatto anche notare che nessuna comunicazione ufficiale è arrivata dal club. Piuttosto si tratterebbe di una decisione condivisa tra tutte le componenti della Juventus, se non partita in primis dalla squadra.
Una assunzione di responsabilità forte, dunque, nel momento più difficile della storia bianconera da Calciopoli in poi: nona in classifica con soli 15 punti dopo 11 giornate, la Juventus è stata addirittura doppiata dalle capoliste Milan e Napoli. Un'umiliazione che evidentemente non poteva passare in cavalleria: secondo quanto svela Libero, il momento decisivo per tracciare la rotta nella tempesta sarebbe stato domenica mattina alla Continassa, quando dopo la seduta di allenamento Allegri ha interpellato i capitani bianconeri Chiellini, Bonucci e Dybala sulla questione ritiro. Il confronto non sarebbe stato dunque con tutto il gruppo, ma la decisione sarebbe passata al vaglio in primis dei leader dello spogliatoio. Tutti e tre peraltro erano presenti in rosa anche nel 2015, quando l'ultimo ritiro della Juve era stato deciso durante la prima gestione Allegri dopo la sconfitta col Sassuolo. Da lì sarebbe poi partita la grande rimonta bianconera verso lo Scudetto: un precedente benaugurante, ma oggi neanche il più ottimista dei tifosi arriva a sognare il tricolore, ‘accontentandosi' di riuscire ad acciuffare la qualificazione alla prossima Champions League.
Nella decisione di andare in ritiro in particolare il ruolo della coppia di difensori sarebbe stato determinante, spiega Libero, che parla esplicitamente di "potere dei centrali che è un'ingombrante ombra sul resto dei giocatori". Nel momento del bisogno Allegri si è evidentemente stretto a chi gli dà più garanzie non solo dal punto di vista calcistico, ma soprattutto umano. Serve recuperare il DNA della Juventus, prima ancora che parlare di schemi e diagonali: guardarsi in faccia lontano da altre distrazioni è sembrata la soluzione giusta per chi quel DNA lo sente più di altri.