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La Juventus ha investito quasi 52 milioni su Douglas Luiz ma non si capisce ancora perché

Il centrocampista brasiliano è un caso: finora ha trovato poco spazio tra campionato e Champions e in due occasioni è stato determinante in negativo per i rigori provocati contro Lipsia e Cagliari. Perché alla Juventus non riesce a inserirsi (Locatelli e Fagioli sono davanti nelle gerarchie) nonostante l’importante investimento?
A cura di Maurizio De Santis
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Due calci di rigore consecutivi. Douglas Luiz, sfortuna (e imperizia) sua, ha lasciato il segno in negativo nelle ultime due partite della Juventus, sempre da subentrato. A Torino contro il Cagliari, però, è andata male rispetto alla trasferta di Champions League a Lipsia: non c'è stato alcun guizzo che abbia permesso ai bianconeri di rimediare e trasformare in esaltante il finale di match. Nell'uno e nell'altro caso il centrocampista brasiliano ha finito col prendersi le luci della ribalta per incertezze clamorose e interventi goffi che non ti aspetti da un calciatore della sua esperienza, del suo calibro e del suo valore (è costato quasi 52 milioni di euro). Anzi, a giudicare da quel che s'è visto finora è legittimo chiedersi se è veramente (ancora) lui il calciatore che nella scorsa stagione s'era distinto per i 10 gol e altrettanti assist con la maglia dell'Aston Villa.

Thiago Motta finora gli ha concesso 222 minuti totali tra campionato (178′) e Coppa (44′) con l'unica soddisfazione di partire titolare contro l'Empoli (67′, poi sostituito). Per il resto ha disputato scampoli di gare con Como (11′), Verona (21′), Roma (23′), Genoa (28′), Cagliari (28′) ed è rimasto in panchina contro il Napoli. In Europa ha avuto poco spazio con il Psv (15′) e il Lipsia (29′). E nelle ultime due sfide l'ha combinata grossa.

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In Germania c'è il suo zampino (anzi, la mano scomposta) nell'azione che ha portato alla concessione del penalty per i tedeschi. Il tempo di prendere il posto di Savona (60°) e pochi minuti dopo si materializza l'episodio che gela il sangue nelle vene. In quell'occasione ebbe il torto di trovarsi sulla traiettoria del tiro rispetto al quale provò a ripararsi alla meglio per non essere colpito in viso, ma una mano galeotta e scomposta lo condannò. La fortuna allora non lo aiutò affatto.

Contro il Cagliari, però, è accaduto qualcosa di differente che ha reso palese la sua responsabilità in occasione della massima punizione concessa ai sardi per il fallo su Piccoli: Douglas Luiz (subentrato a Thuram al 62°) è in ritardo, anticipato dall'avversario, e gli frana addosso nel tentativo estremo di prendere la palla. Un'entrata imprudente, inutile, insensata visto che l'attaccante dei rossoblù era in posizione defilata, aveva la traiettoria di tiro occupata e tra lui e la porta c'era ancora un difensore della Juventus (Gatti, alle spalle del brasiliano).

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Cosa è successo al sudamericano? Perché alla Juventus non riesce a inserirsi né a trovare spazio (Locatelli e Fagioli gli sono davanti nelle gerarchie) nonostante l'importante investimento sostenuto dal club? È sì un giocare abile nel palleggio e nel dribbling ma in una Juventus che sembra prediligere il possesso verticale appare come un pesce fuor d'acqua, completamente fuori contesto rispetto alle esigenze di Motta. Per adesso l'operazione chiusa nell'estate scorsa ha portato un grande beneficio solo alla società inglese: ha evitato all'Aston Villa una penalizzazione in classifica per questioni di bilancio. A Torino, invece, i conti non tornano (ancora).

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