La Juventus di Pirlo ha 8 punti in meno rispetto a quella di Sarri (ma non se ne preoccupa)
Per i giudizi definitivi c'è ancora tempo, ma l'avvicinarsi del giro di boa invernale autorizza a tracciare un primo bilancio sul cammino di chi è in lotta per il tricolore e per la zona Champions League. Dopo dodici giornate, insieme ad Atalanta e Lazio, tra le squadre che hanno fino ad ora raccolto meno del previsto c'è anche la Juventus di Andrea Pirlo. Confrontando i numeri attuali con quelli della scorsa stagione, quando in panchina c'era il tanto discusso Maurizio Sarri, il saldo per i campioni in carica è infatti negativo e conferma le difficoltà messe in mostra in questa prima parte di campionato.
Nonostante sia rimasta con il Milan l'unica squadra ad oggi imbattuta, la Juventus sta effettivamente marciando con il freno a mano tirato e gli otto punti in meno rispetto al torneo 2019/2020 preoccupano buona parte della tifoseria. Con quello delle scorse ore ottenuto contro la ‘banda Gasperini', Cristiano Ronaldo e compagni hanno infatti messo a referto il loro sesto pareggio in dodici partite: un risultato che lascia la Juventus a – 4 dalla vetta rossonera e che, almeno inizialmente, riabilita il lavoro svolto da Sarri al debutto sulla panchina juventina.
I numeri non preoccupano Pirlo
Dopo le prime tredici giornate di campionato dello scorso anno, la Juventus aveva infatti conquistato 32 punti con dieci partite vinte (tra queste anche quelle con Napoli, Inter, Torino e Milan) e solo due pareggi con Fiorentina e Lecce. Aveva confermato il suo dominio e poggiato le basi per quello che sarebbe poi diventato il suo nono tricolore consecutivo: il primo e anche l'ultimo griffato dall'ex allenatore del Napoli. Anche se il bottino raccolto in queste settimane non è proprio quello che si aspettava chi lo ha coraggiosamente ingaggiato (e una delle sei vittorie raccolte in questi mesi è stato un ‘regalo' di De Laurentiis), Andrea Pirlo è comunque rimasto fedele al suo aplomb e alla sua faccia inespressiva senza mostrare particolari preoccupazioni. Per i giudizi definitivi in effetti c'è ancora tempo, ma forse occorre una veloce analisi interna, perché la concorrenza non è mai stata gentile e anche questa volta non starà certo ad aspettare la vecchia signora del calcio italiano.