La Juve vince, ma il sarrismo non si vede: 550 passaggi e 3 occasioni, Dybala oscura CR7
La Juve batte 1-0 l'Atletico Madrid, chiude prima del girone ma il sarrismo di fatto non si vede. I 550 passaggi contro i 330 degli spagnoli non certificano la sostanza di una partita che, nel secondo tempo soprattutto, ha visto i Colchoneros controllare il gioco. La squadra di Simeone ha completato più passaggi nella trequarti offensiva e creato il triplo delle occasioni. La Juve di lotta e di governo ha goduto delle intuizioni di Dybala, praticamente impossibile da fermare nel primo tempo, che ha deciso la partita e fatto pensare di poter partire esterno anche in un attacco a tre con Higuain prima punta. E nel finale si è salvata sulle chiusure di De Ligt, sempre più a suo agio e nelle ultime partite capace di offrire una versione di sé più vicina al potenziale per cui la Juve ha investito 80 milioni.
Le formazioni
Sarri lascia a riposo Cuadrado e Higuain, sceglie De Sciglio a sinistra e Bentancur in mezzo. C'è Ramsey, attivo tra le linee, ad appoggiare Cristiano Ronaldo e Dybala che si allarga molto sul fronte destro. L'Atletico si schiera con Morata e Vitolo davanti, ma dietro è in emergenza.
La Juve parte aggressiva ma qualche spazio lo concede a Thomas e Herrera, già pericoloso all'andata, quando rallenta il possesso e si scopre nelle transizioni. Come si era già visto contro il Bayer Leverkusen, i Colchoneros faticano a coprire tutto il campo in ampiezza e questo ne condiziona l'efficienza in fase difensiva sulle verticalizzazioni veloci o i cambi di gioco.
Dybala e CR7 partono larghi, Ramsey non incide
I bianconeri guadagnano campo con il fraseggio rapido e le mezzali che si aprono negli spazi di mezzo. I centrocampisti spagnoli schermano Pjanic e le linee di passaggio verso Matuidi per iniziare da lì un cambio di fronte in verticale con Vitolo che viene incontro a muoversi tra le linee. Gli spagnoli alternano momenti in cui si preoccupa prevalentemente di proteggere la propria metà campo ad altre fasi in cui si alza a pressare con più convinzione. E proprio in queste fasi, la Juve mostra qualche difficoltà in più nel primo quarto di gara nella circolazione bassa del pallone.
Davanti, Sarri chiede a Dybala e Cristiano Ronaldo di rimanere molto larghi così da offrire a Ramsey abbastanza libertà per andare in appoggio nella zona del pallone e insieme consentire l'inserimento della mezzala opposta sul lato debole. Posizioni che comportano qualche squilibrio dietro: l'azione che porta al 20′ al colpo di testa impreciso di Saul nasce proprio da una fuga a sinistra e da un preciso cross sul primo palo. L'iniziativa dimostra come anche la Juve, con una linea difensiva più stretta, possa far più fatica nell'estendersi in copertura su tutta la larghezza del campo.
Juve: Danilo e De Sciglio, spinta continua
Sarri dimostra di aver studiato i due principali schemi dell'Atletico sui calci da fermo: il cross a uscire verso il limite dell'area, la ricerca dell'imbucata sul primo palo con i giocatori che in massa arretrano per poi aggredire lo spazio. La difesa bianconera concede qualcosa sui tiri dalla distanza, i centrali occupano le rispettive posizioni riuscendo a proteggere comunque bene l'area.
Significativa la spinta da dietro di De Sciglio, che triangola con Matuidi sulla fascia sinistra dove nella seconda parte del primo tempo si sposta Dybala con Cristiano Ronaldo a destra. Da quella parte gli viene anche più facile andarsi a prendere il pallone grazie al sostegno di Bentancur e Danilo. La Juve aumenta la densità degli uomini oltre la linea di centrocampo, sale il ritmo grazie alla spinta dei terzini ma non sempre Ramsey riesce ad essere all'altezza dei suoi giorni migliori e delle intuizioni di Dybala e Cristiano Ronaldo.
La più bella la regala la Joya: è una gemma il suo gol su punizione dal lato corto dell'area, uno-due metri dalla riga di fondo. La traiettoria è un'invenzione d'autore, Oblak però è tutt'altro che perfetto per posizionamento.
Secondo tempo: entra Joao Felix, la Juve si abbassa
Il primo tempo racconta del rilevante contributo di Bonucci (vicino ai 70 passaggi), di Danilo e Pjanic, i giocatori con più appoggi riusciti nella trequarti offensiva. La combinazione tra il terzino brasiliano e Bentancur funziona, alimenta bene Cristiano Ronaldo e Dybala che si alternano sul fronte destro dell'attacco bianconero. Proprio il funzionamento del tridente ibrido, pur con Ramsey adattato in una posizione più offensiva, lascia ipotizzare la possibilità di una configurazione classica con Higuain centravanti boa con Dybala e CR7 ai lati.
Nel secondo tempo, la Juve difende più bassa nei primi minuti ma regge l'onda d'urto dell'Atletico che al 53′ aggiunge creatività offensiva con Joao Felix per Vitolo rientrato sabato scorso dopo un assenza che durava da metà ottobre. Il portoghese, con una differente capacità di corsa con e senza palla, entra con il chiaro obiettivo di scomporre la difesa della Juve e offrire più soluzioni a un Atletico che spinge con più uomini e convinzione.
Si eleva De Ligt, la Juve festeggia
Nonostante le prime incursioni di Felix, è Cristiano Ronaldo ad andare in fuga in contropiede anche se la conclusione del possibile 2-0 è imprecisa. La partita cambia, diventa una sfida di corsa, in cui è premiante la capacità di risalire il campo velocemente palla al piede. Sarri per questo toglie Ramsey per inserire Bernardeschi, un elemento in grado di appoggiare il centrocampo, di garantire insieme tecnica e sostanza tra le linee. Il nuovo entrato riceve subito da Bentancur (intuizione notevole) rientra e chiude il tiro che rimbalza sul palo.
Simeone ha azzardato l'ingresso di Lemar per Lodi e Correa per Herrera: finisce i cambi a mezz'ora dalla fine e sbilancia la squadra in avanti, tanto che Saul si ritrova formalmente terzino sinistro e il centrocampo nei primi minuti dopo i cambi si dispone a rombo. In questo modo si espone maggiormente ai lanci alle spalle del centrocampo nei corridoi esterni.
La Juve nel finale subisce l'aggressione dell'Atletico Madrid, e serve almeno una notevole chiusura di de Ligt in scivolata in area di Correa per salvare una Juve che, nonostante il doppio dei passaggi, ha concesso all'Atletico Madrid quasi il triplo delle occasioni create in attacco. Basta per il primo posto nel girone, non del tutto per nutrire sogni di gloria.