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La Juve sprofonda anche in Champions: umiliata dal Benfica e fischiata dai tifosi

La sconfitta in casa nell’ultima giornata della fase a campionato spinge i bianconeri al 20° posto. Nei playoff il rischio del derby col Milan è altissimo.
A cura di Maurizio De Santis
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La Juventus sprofonda anche in Champions, battuta in casa dal Benfica (0-2) e fischiata dai tifosi profondamente delusi dalla squadra che, dopo la scoppola di Napoli, ne prende un'altra anche in Coppa. I playoff erano al sicuro ma lo scivolone contro i portoghesi la spinge all'indietro, al 20° posto e col rischio tangibile di trovarsi di fronte al Milan nello spareggio, sorpassata proprio dai lusitani, lasciata nell'inferno di una stagione balorda e scandita dalla contestazione dello Stadium che non perdona. Impossibile farlo alla luce della prestazione offerta: chi attendeva un riscatto in Europa s'è trovato di fronte all'ennesima brutta prova offerta dalla squadra sia sotto il profilo tattico sia dell'intensità agonistica.

Bianconeri apparsi fragili, velleitari, mal messi in campo, ingenui abbastanza da incassare gol nelle fase cruciali della sfida. Due ceffoni sul muso l'hanno stordita, mollati da Pavlidis e Kocku che hanno prese a sberle una formazione in palese difficoltà, completamente persa quando è uscito Kalulu per infortunio, incapace anche solo di fare il solletico agli avversari.

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Le due reti girano il coltello nella piaga. Fanno male, malissimo. Incredibile il modo in cui la difesa s'è lasciata sorprendere dalla "palla sopra" piazza da Bah a tutto beneficio degli compagni in attacco. È bastata una delle più semplici giocate per metterla fuori causa. E che dire del raddoppio incassato nella ripresa? Umiliante per come il Benfica ha ricamato la trama del suo gioco: va prima a destra muovendo palla con tocchi deliziosi poi la sfera arriva a Pavlidis che ha capito tutto: l'inserimento per Kokcu è una sentenza a tu per tu con Perin non sbaglia e sullo 0-2 cala il sipario. È buio pesto in sala, il pubblico rumoreggia, protesta e va via. Una buona parte di spettatori non ha nemmeno atteso il triplice fischio.

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