La Juve si salva all’ultimo assalto con il Siviglia: Gatti pareggia al 96°, qualificazione aperta
Una splendida e beffarda illusione che il guizzo di Gatti spazza via al 96°. È sua la zampata che regala un pareggio importante, vissuto con sofferenza e dà speranza (1-1) in vista della trasferta in Spagna. La Juventus acciuffa per i capelli l'andata della semifinale di Europa League contro il Siviglia e adesso per sperare di passare il turno deve vincere in Andalusia con un gol di scarto (1-0, 2-1 etc). Resta da salvare il risultato, la voglia di raggiungerlo e averci creduto. Per il resto, sul terreno restano le solite perplessità.
Tra la finale della Puskas Arena di Budapest e la squadra di Massimiliano Allegri c'è il ritorno che si giocherà tra una settimana al Ramón Sánchez-Pizjuán: come scalare una montagna a mani nude. Ma nulla è perduto. Chi supera lo scoglio trova la vincente della sfida tra Roma e Bayer Leverkusen (all'Olimpico è finita 1-0 per i giallorossi).
La prestazione dei bianconeri lascia addosso una sensazione di impotenza nonostante coraggio e orgoglio. Eppure la generosità, la buona volontà, la capacità di proporre gioco non sono mancati ma l'impressione è che, al netto del ‘furore' dei padroni di casa, gli spagnoli hanno preso quel che potevano senza faticare né rischiare molto. Hanno lasciato l'abbrivio alla Juve poi, poco alla volta, hanno guadagnato metri e iniziativa, creato azioni da rete, fatto e sfiorato perfino il raddoppio.
Un brutto colpo dal quale i padroni di casa non sono riusciti a riprendersi nemmeno con i cambi a inizio ripresa: fuori Kostic e Miretti, dentro Chiesa e Iling, fuori Vlahovic (che ha manifestato tutto il suo disappunto passando davanti al tecnico senza degnarlo nemmeno di uno sguardo) e Di Maria dentro Milik e Pogba (che si va a sistemare alle spalle dell'attaccante).
Il castello di carta della Juve cade al 25° del primo tempo: il contropiede del Siviglia si sviluppa sulla destra ed è letale, la palla persa dal ‘fideo' è sanguinosa: Ocampos la sfrutta e innesca En-Nesyri che di destro, al centro dell'area, gira in rete. È il momento peggiore per la squadra di Allegri che nel giro di pochi minuti rischia di incassare anche il secondo gol. Ancora Ocampos, Rakitic e di nuovo una zampata di En-Nesyri tolgono il fiato ai tifosi.
Il torto del Siviglia è stato proprio questo: non essere riuscito ad azzannare un avversario che gli ha fatto il solletico, non è mai riuscito a graffiare in attacco, è stato spesso costretto a giocare il pallone all'indietro oppure per linee orizzontali, incapace di trovare spazio tra le maglie serrati degli andalusi, sofferente rispetto al palleggio efficace e verticale.
Un lampo nel buio. Questo sono le due occasioni che capitano alla Juve: prima Miretti si mostra troppo ‘altruista' nel cercare Vlahovic (quando avrebbe fatto meglio a controllare e a calciare) poi lo stesso attaccante serbo non ha abbastanza freddezza per approfittare di un pasticcio del portiere del Siviglia.
Nella ripresa la Juve tiene l'iniziativa, Allegri cambia quello che può invertendo gli esterni, il Siviglia si difende con le buone e con le ‘cattive' ricorrendo al fallo tattico, alzando un muro davanti ai bianconeri che cercano l'ampiezza ma non trovano mai la profondità.
Il conto dei tiri in porta è disarmante, spiega cosa (non) è stata la gara della ‘vecchia signora': 5 conclusioni, di cui solo una nello specchio della porta a fronte delle 13 (5 on target) degli andalusi. C'è il tempo per protestare e chiedere un rigore e un rosso per un intervento su Rabiot, l'arbitro la pensa diversamente. Ma non è finita, Gatti fa esplodere lo Stadium in un finale infuocato. In Spagna servirà un'impresa.