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La Juve batte la Lazio ridotta in 10 solo grazie a un autogol di Gila all’85°

I bianconeri vincono (1-0) e agganciano il Napoli in vetta alla classifica, in attesa della partita degli azzurri a Empoli. La squadra di Baroni cade solo per la sfortunata deviazione del difensore, aveva resistito bene nonostante l’espulsione di Romagnoli.
A cura di Maurizio De Santis
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Un autogol a cinque minuti dal termine di Gila regala alla Juventus una vittoria che era diventata un miraggio. Davvero sfortunato il calciatore della Lazio nell'azione che per la formazione di Baroni ha l'effetto di un cazzotto nello stomaco: Cabal crossa verso il centro dalla sinistra, il difensore interviene in scivolata e devia mettendo fuori causa Provedel. E pensare che poco prima aveva chiesto il cambio perché esausto ma l'infortunio di Nuno Tavares lo aveva costretto agli straordinari. È tutta qui l'emozione più "forte" e grande di una gara che rilancia la vecchia signora e la porta a braccetto con la capolista a quota 16 punti, in attesa che domani il Napoli affronti l'Empoli.

La traversa di Vlahovic, un colpo di testa di Douglas Luiz finito fuori d'un soffio. Fino a quel momento la fortuna non era stata amica della Juventus ma contro la Lazio, ridotta in dieci per l'espulsione di Romagnoli, ha mostrato tutte le sue pecche quando c'è da tirare le reti in barca. Quelle bianconere sono desolatamente vuote quanto a gol e a numero di occasioni reali create. La squadra di Thiago Motta ha in mano le redini dell'incontro, approfitta del gap dei biancocelesti (in inferiorità numerica) e mette pressione: ne ricava poco e si perde nella marea di passaggi e di traiettorie cercati per scardinare la compattezza dell'avversario.

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Il rosso diretto al centrale sembra mettere in discesa l'incontro: l'arbitro, Sacchi, estrae il cartellino solo dopo l'intervento del Var e una verifica alla on-field-review, quando invece era già chiaro che l'intervento su Kalulu (sia pure avvenuto fuori area) fosse da sanzionare anche con quella sanzione severa perché fallo da ultimo uomo. Che differenza… a Milano Chiffi non ha alcun dubbio nell'espellere Reijnders, a Torino il direttore di gara tentenna.

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Il copione del match è segnato: Lazio che pensa anzitutto a difendersi, lo fa mostrando grande organizzazione e senza andare mai davvero in ambasce nonostante la Juve la spinga all'indietro; bianconeri che le tentano tutte per trovare un varco ma creano pericoli solo su situazioni da fermo, con l'attaccante serbo e le solite incursioni di Gatti. Nemmeno i tiri da fuori riescono a scalfire il muro capitolino: c'è Provedel pronto a metterci una mano (provvidenziale la respinta su rasoterra velenoso di Vlahovic) oppure i pugni alla bisogna. Fa quel che può e sembra bastare poi Gila (ormai distrutto dalla fatica) stramazza al suolo per deviare un cross di Cabal e rende tutto vano.

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